Le sedi universitarie di San Marcellino e del Gesù Vecchio
di Gaetana Cantone
Ho già ricostruito le 'storie' del convento dei SS. Marcellino e Festo e del Collegio Massimo del Gesù Vecchio esaminandone le varie fasi, dalla seconda metà del Cinquecento alla prima metà del Settecento, attraverso l'intreccio tra monumenti e contesti urbani. Alcuni nodi critici riguardanti questioni interpretative, come per l'effettiva realizzazione dei chiostro di San Marcellino e per le trasformazioni dell'atrio, sono stati decodificati attraverso la lettura delle opere, mentre l'analisi delle stratificazioni ha messo in luce la continuità degli insediamenti, l'interdipendenza tra i vari ordini religiosi e le relazioni che guidavano scelte progettuali parallele, come appare dalle vicende incrociate tra San Marcellino e San Gregorio Armeno. A questi aspetti si collegano alcune riflessioni su vicende intercorrenti tra il convento di Donnaromita, il Collegio Massimo e il convento di Monteverginella, utili a ricomporre una 'fetta' del centro storico compresa tra il decumano medio e la collina di Monterone, accomunata tra Sei e Settecento da una sostanziale variazione dell'antico tracciato viario per l'inglobamento di alcuni cardini e per la costruzione delle Rampe del Salvatore, la strada "a gomiti" che doveva collegare il Collegio del Gesù Vecchio con la parte bassa della città.
[...]Dal volume "Il patrimonio architettonico dell'Ateneo Fridericiano" a cura di Arturo Fratta - fotografie di Riccardo Giordano - Arte Tipografica Editrice