Scritture in transito, 'I caduti'

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Prosegue il seminario Scritture in transito, guidato da Silvia Acocella, con i coordinatori dei Laboratori di Poesia e Musica, di Scrittura, di Audiovisivi e Montaggio, di Grafica e Fotografia, venerdì 19 maggio 2024 alle 15.30 in aula Piovani con I CADUTI (e il crollo degli Imperi), a partire dall'Urlo di Munch e dalla Degenerazione dell'umanità che, dall'altra parte del quadro, lo sgomenta: nel tramonto dell'Occidente, i degenerati, con i loro seducenti atavismi, cadevano all'indietro, in un universo senza più centro e direzione.

Quella civiltà, che scopriva nel punto di maggior progresso la sua massima vulnerabilità, era stata segnata da una caduta: quella di Saulo di Tarso detto Paolo che, toccato il fondo, aveva scoperto per accecamento cosa ci fosse in alto, sostituendo a colpi di epistole l'aquila imperiale con la croce dei vinti. Dal basso verso l'alto sono anche le inquadrature rivoluzionarie che Orson Welles inventò per Quarto potere e che Alfonso Dalia attraverserà, mostrando come nella scena iniziale muoia non solo il protagonista Kane, ma il cinema tradizionale e il sogno americano. I suoi frammenti da puzzle scomposto sono, nel 1941, un riflesso delle rovine di guerra e delle città bombardate. Nella costruzione della più devastante delle bombe, Martina Fornaro ci guiderà, analizzando Oppenheimer attraverso un sistema di opposizioni che, tra estremi inconciliabili e tensioni sempre più forti, potrà solo deflagrare: l'esplosione della bomba atomica sarà l'innesco molto più catastrofico di una reazione a catena tra imperi che programmeranno il loro crollo. Nelle accidentali cadute del Male, sentiremo dal basso sollevarsi canti e voci capaci, da Gerico a Berlino, di abbattere mura. Due figure di insegnanti chiuderanno questo nostro percorso, accompagnando la loro caduta con un libro.

La caduta della casa degli Usher, nel film Detachmen, letto da un professore che, precipitando più in basso del disfacimento che gli dilaga intorno, infrangerà l'impenetrabile distacco della sua solitudine. E, infine, un libro dalla copertina rossa che cadrà, aperto, nell'ultima pagina di Stoner, figura di insegnante passeggera e luminosa - quasi una cometa in un mondo che non lascia segni - per quella strana «curvatura» delle sue spalle e del suo destino, dove disperazione e felicità arrivano a congiungersi e l'infinitamente piccolo a farsi universo.

 

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