Terremoti passati e futuri in Italia

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Lo studio di un gruppo di Ingegneria Sismica dell'Università Federico II, pubblicato su Scientific Reports, che fa parte del Nature Portfolio, ha confrontato i tre modelli di pericolosità sismica probabilistica per l'Italia dal punto di vista dello scuotimento stimato a posteriori per terremoti occorsi durante un periodo di quasi mille anni.

In Italia i terremoti che produco danni in aree estese (e.g., quelli di magnitudo circa sei o superiore) hanno un periodo di ritorno, cioè il tempo medio tra due successivi, che si stima sia inferiore a dieci anni. Per questo il Paese è considerato, in ambito quantomeno europeo, a rischio sismico elevato. È quindi molto importante, sia per scegliere la base sulla quale fondare la progettazione sismica delle future strutture e infrastrutture sia per valutare il rischio sismico a scala nazionale, disporre di una rappresentazione della sismicità del territorio, che va sotto il nome di modello di pericolosità sismica. Viste le incertezze in gioco quando si ha a che fare con i terremoti, tali modelli non possono che essere interamente probabilistici.

I risultati sembrano indicare che, nonostante le apparenti differenze, i modelli di pericolosità considerati siano confrontabili quando valutati alla luce dello scuotimento in terremoti passati.

Lo studio

 


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