L'interesse di Federico II per le Scienze Mediche

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Federico II è stato un sovrano colto e i suoi interessi spaziavano dalla cultura latina a quella volgare, dalla poesia all'astrologia, dall'arte fino alle scienze mediche. Negli ambienti legati a Federico II videro la luce trattati medici capaci di segnare un vero e proprio progresso scientifico e interessanti norme per la prevenzione delle epidemie, in continuità, secondo le cronache, con la sua immagine di tenace salutista con una forte passione per la medicina, con un'attenzione particolare alla dieta e all'igiene del proprio corpo, come dimostrano anche gli impianti sanitari di cui dotava le case imperiali. Un posto privilegiato nelle scienze mediche è, poi, occupato dalla balneoterapia che trova la sua prima attestazione nel medioevo latino proprio nel Regno e a cavallo dei secoli XII e XIII, grazie a Pietro da Eboli, la cui contiguità con la Scuola Medica Salernitana sembra fuor di dubbio, e al suo De Euboicis aquis, conosciuto anche con il titolo di De balneis Puteolanis.

Federico II fu certamente personaggio capace di generare sia speranze che timori, mentre divampava il fuoco violentissimo dello scontro con il papato. È in questa chiave prospettica che vanno lette e giudicate, ad esempio, le famose sette superstitiones (ossia "stravaganti dicerie") che Salimbene de Adam, cronista francescano, in linea con la politica della curia pontificia, racconta su Federico e nelle quali emerge la figura di un uomo che, per mancanza di fede e spinto dalla eccessiva curiosità, vuole conoscere troppo e non sa accontentarsi né limitarsi a ciò che Dio ha concesso di sapere.  Ma Federico II non era solo questo e i suoi nemici ne riconoscono le indubbie capacità e, infatti, sempre Salimbene così scrive: "se solo fosse stato cristiano e avesse amato Dio, la Chiesa e l'anima sua, ci sarebbero stati, nel mondo, pochi uomini pari a lui nel governare".

Nel panorama del XIII secolo la figura di Federico II è indubbiamente centrale anche nello sviluppo della letteratura scientifica ed ha attirato su di sé simpatia e odio, stupore e disprezzo, ossia sentimenti e visioni dicotomici che andrebbero evitati, almeno da parte degli storici, il cui compito è rifuggire da fantasie polarizzanti e saper leggere le fonti con la consapevolezza che possono essere il frutto di una chiave prospettica di parte.

Maurizio Bifulco, Ordinario di Patologia Generale e Storia della Medicina, Università di Napoli Federico II

Teofilo De Angelis, Ricercatore di Letteratura latina medievale e umanistica, Università della Basilicata


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