"Rocco Scotellaro e dopo: il Sud tra progetti di riforma e migrazioni"

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Il 15 dicembre 2023 cade il settantesimo anniversario della morte di Rocco Scotellaro. Figura ecclettica, poeta, studioso, amministratore pubblico, morto troppo giovane, a soli 30 anni.  Scotellaro nacque a Tricarico, in Basilicata, il 19 aprile del 1923 e morì, a Portici, il 15 dicembre del 1953. Raccontare, oggi, l'esperienza umana e poetica di Scotellaro significa ricalcare i margini di un contesto, quello contadino meridionale, i cui colori sono andati sparendo nel dibattito culturale e politico nazionale. Inoltre, qualsiasi analisi sull'argomento deve, necessariamente, tener conto del gruppo di intellettuali e studiosi con cui il poeta lucano ha sviluppato idee, linguaggi, riflessioni. Carlo Levi, Manlio Rossi Doria, Rocco Mazzarone, sono solo alcuni dei nomi che accompagnano il mondo degli affetti e degli studi di Scotellaro lungo la sua breve vita.

Nelle sue opere vi è la descrizione delle campagne e delle condizioni del Mezzogiorno, vi è quella "Questione Meridionale" che Carlo Levi inserì, poi, nelle sue opere e che Manlio Rossi Doria mise al centro dei suoi studi e della sua azione politica.

Rocco Scotellaro era figlio di un artigiano, frequentò collegi e licei, da Sicignano a Potenza, a Trento. Tale percorso gli permise la costruzione di una solida cultura umanistica, trasformandolo in un intellettuale capace di interpretare i conflitti e le contraddizioni del Meridione con il necessario realismo.

Nel 1946 viene eletto sindaco di Tricarico a soli ventitré anni. Nel 1950 è accusato di concussione, truffa e associazione a delinquere dai suoi avversari politici e per questo passa 45 giorni in carcere. Pur venendo, successivamente, assolto con formula piena, abbandona l'attività politica per dedicarsi all'attività letteraria e allo studio più strutturato della condizione meridionale. Con tale obiettivo, si reca a Portici dove, grazie ad una proposta di  Manlio Rossi Doria, comincia a lavorare  presso l'Osservatorio di Economia Agraria di Portici. Nei tre anni prima della morte, si dedicò ad un'inchiesta sulle condizioni di vita della società meridionale, commissionata da Einaudi, purtroppo mai finita.

Nel corso della vita, Scotellaro pubblica i suoi scritti sul mondo contadino sulla rivista Botteghe Oscure. La parte maggiore delle sue opere, fra cui molte poesie, un romanzo (L'uva puttanella), un'inchiesta (Contadini del sud), e vari altri racconti, fu pubblicata postuma grazie a Carlo Levi e Manlio Rossi Doria. Ed è proprio Rossi Doria che ricordando l'amico sottolinea come le sue opere e le sue riflessioni politiche e sociologiche "gli apparissero, contemporaneamente, lontane e vicine". Tale percezione è simile a quella che uno studioso o un semplice lettore del nostro tempo potrebbe provare pensando che ancora oggi, come allora, spetta ai giovani creare una democrazia migliore, un mondo del lavoro più adeguato, una storia più degna di essere raccontata.

Nella prossima primavera saranno organizzate due giornate di studio presso l'Ateneo Federiciano per ricordare Rocco Scotellaro, l'intellettuale-contadino, su iniziativa del Comitato Federiciano per le celebrazioni del centenario della nascita di Rocco Scotellaro, composto da Gianni Cicia, Università di Napoli Federico II, DiA; Francesco Rispoli, Università di Napoli Federico II, DIARC; Marella Santangelo, Università di Napoli Federico II, DIARC, con Antonio De Rosa, scrittore.

Il primo convegno, con il sottotitolo "Scotellaro, poeta e profeta di progresso del mondo contadino", si terrà il giorno 10 aprile 2024 nella Sala Cinese del Dipartimento di Agraria di Portici e vedrà la presenza dei maggiori studiosi di Scotellaro (Raffaele Nigro, Franco Vitelli, Giuseppe Andrea Liberti, Nicola De Blasi, Enzo Vinicio Alliegro, Gianni Cicia, Marco Gatto), i quali tratteranno tutti gli aspetti della sua opera: la poesia e la prosa, la lingua e il contributo agli studi antropologici italiani, le ricerche condotte alla Scuola di Rossi-Doria e il ruolo nel dibattito meridionalistico degli anni Cinquanta. L'obiettivo è quello di far emergere l'immagine di un «intellettuale di tipo nuovo», come ebbe a definirlo Italo Calvino, emerso dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale.

Il secondo convegno, con il sottotitolo "Programmi, naufragi e migrazioni nel meridione dagli anni Cinquanta ad oggi" si terrà il giorno 8 maggio 2024 nell'Aula Magna del Dipartimento di Architettura di Napoli. Interverranno numerosi studiosi da tutta Italia. Si parlerà dei flussi migratori nel Sud Italia, in particolare nelle aree disagiate e periferiche, dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri, e della mancata realizzazione dei programmi di sviluppo previsti per il Mezzogiorno, nonché di scelte recenti, come la transizione ecologica, le quali, mentre si promuovono prodotti e immagini di una terra da cartolina, compromettono senza contropartita gli ambienti e non permettono ai residenti di avvalersi delle opportunità di crescita possibile, ordinata e rispettosa dei luoghi, anche grazie alle nuove fonti di energia.


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