Presentazione dei libri di Francesco Dandolo e Simone Misiani
Saranno presentate, nell'ambito di un evento organizzato dall'Università degli Studi di Napoli Federico II martedì 12 dicembre 2023 alle 14.30, nella Chiesa di Santa Maria di Portosalvo in via Alcide de Gaspari 32, i volumi "Luigi Einaudi tra le due guerre. Questioni sociali e banche" di Francesco Dandolo, docente di Storia economica presso l'Ateneo partenopeo e "Banche, agricoltura e Stato italiano. Un saggio introduttivo: 1861-1946" di Simone Misiani, docente di Storia economica presso l'Università degli Studi di Teramo inseriti nella collana "Istituto Luigi Einaudi.
Pur diversi nella struttura e nelle tematiche trattate, le due opere presentano un tratto comune costituito dall'oggettiva originalità della chiave interpretativa adottata per narrare le vicende oggetto della ricerca loro affidata focalizzate, in entrambe i casi, nel ventennio tra le due guerre mondiali.
Il volume di Dandolo, chiamato ad interpretare il pensiero di Einaudi sul ruolo dell'associazionismo bancario nel periodo interbellico, mette in luce la convinzione dell'economista piemontese che la rappresentanza degli interessi non debba porsi in maniera pregiudiziale fino ad arrivare allo scontro (in questo caso con lo Stato), quanto piuttosto debba concorrere al bene comune. Di conseguenza l'attenzione di Einaudi non è incentrata sull'associazionismo in senso stretto – che di fatto si andava progressivamente spegnendo a seguito dell'affermazione dell'ordinamento corporativo – ma sulle funzioni e sulle prerogative delle banche, alle quali era affidata la responsabilità di gestire il risparmio dei cittadini, inteso non come attitudine legata all'interesse dell'individuo, ma come strumento attraverso il quale garantire il benessere e la crescita del reddito nazionale.
Lo Stato diventa banchiere e le corporazioni esercitano i poteri di conciliazione, di coordinamento e di organizzazione della produzione, facendo in tal modo venire meno la funzione degli organismi e dei corpi intermedi. Ma per quanto riguarda le banche, il ruolo ad esse confermato e, anzi, rafforzato nella loro qualità di custodi e amministratrici di un risparmio considerato alla stregua di un bene nazionale le chiama, attraverso lo svolgimento di una costante opera di mediazione, a rappresentare interessi comuni ed a contribuire a determinare ricadute positive per uno sviluppo armonico ed equilibrato dell'intera società.
Il volume di Misiani sostiene l'esistenza di un rapporto di reciprocità tra il sistema del credito e il mondo rurale, che grazie all'intervento pubblico non si disperde negli anni della grande trasformazione interbellica. In particolare, la scelta di orientare il risparmio sulla terra rappresenta il riconoscimento della necessità, da parte dello Stato, di farsi garante del mercato finanziario inteso come indispensabile strumento per la ripresa economica e per la riduzione della disoccupazione, da perseguire attraverso il finanziamento degli investimenti produttivi e l'allargamento del numero dei proprietari coltivatori.
La causa principale del cambiamento del rapporto tra banche e agricoltura maturato nel periodo interbellico è vista nel prevalere non di interessi economici, bensì di valori morali che hanno determinato l'indirizzo di governo verso una politica di credito speciale volta a dare una risposta adeguata al conflitto sociale del primo dopoguerra ed a favorire la ripresa dalla crisi agraria del 1928 e dalla Grande depressione. Di conseguenza, non c'è alcuna contrapposizione tra i fautori del sistema di intervento pubblico e i difensori del modello liberale, in quanto il credito speciale è la risposta alle conseguenze della crisi agraria e si afferma facendo leva sulla presenza di una forte cultura della cooperazione e della solidarietà sociale.
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