‘La donna è mobile' al Teatro Trianon Viviani

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Con ‘La donna è mobile', commedia parodia musicale di Vincenzo Scarpetta, prosegue la minirassegna del Trianon Viviani, posta sotto il patrocinio della Fondazione Eduardo De Filippo.

Va in scena venerdì 13 e sabato 14 maggio, alle 21 e domenica 15 maggio, alle 18 la ‘commedia -parodia musicale' scarpettiana in quattro atti sempre con la regia e il disegno dello spazio scenico di Saponaro.

Il Trianon è legato alla figura di Vincenzo Scarpetta, perché fu proprio il capocomico a inaugurare il teatro di Forcella l'8 novembre 1911 con la fortunata commedia paterna Miseria e Nobiltà, nella quale debuttava nel ruolo di don Felice Sciosciammocca, segnando così il passaggio di testimone con papà Eduardo.

La donna è mobile andò in scena la prima volta nel 1918. In essa Francesco Saponaro intravede «echi di Petito e Marulli, il lirismo vibrante di Viviani e qualche sfumata complessità dai risvolti pirandelliani».

L'azione è sorretta e arricchita da monologhi, duetti e terzetti musicati e cantati, presentati come parodie di famose arie di opera lirica. Il panorama musicale dell'Ottocento romantico viene ampiamente rivisitato grazie alla riscrittura comico-grottesca e alla rielaborazione dei testi. Si tratta di una  particolare tessitura musical-drammaturgica che, pur partendo dai canoni del tradizionale stile scarpettiano, si distingue per l'impianto fortemente corale.

La sinossi. Nella Napoli degli anni Venti la vecchia nobiltà vive il suo crepuscolo e l'alta borghesia è in piena crisi economica dopo l'euforia borsistica d'inizio Novecento. La nobile Giulietta, rampolla di casa Sazio, aspira a un matrimonio con un uomo ricco e d'alto lignaggio. Don Ignazio, suo padre, cerca di accontentarla nei suoi capricci e la lascia giocare con i sentimenti dello squattrinato Eugenio Fiorillo, un trovatello beneficato dal barone don Ambrogio, e del ricco ma per nulla avvenente baroncino Turzi. Giulietta, preda del suo arrivismo, cede alle lusinghe del Turzi e si prepara ad accasarsi come baronessa. Grazie ad alcune lettere ritrovate in una vecchia poltrona, Eugenio scopre di essere figlio legittimo ed erede universale di don Ambrogio. Per vendicarsi si finge il ricchissimo principe indiano Kitikuti facendo intendere alla compiaciuta Giulietta che vuole sposarla. Con l'aiuto di Ferdinando il dottore, Luisella la fruttivendola, Pascale il pescivendolo e i tre servitori Felice, Vincenzo e Salvatore, organizza una festa-beffa ai danni di Giulietta e di tutti i suoi sodali.

In scena Luigi Bignone (Eugenio Fiorillo), Giuseppe Brunetti (baroncino Procolo Turzi), Viviana Cangiano (Giacinta, figlia del marchese Cornacchia), Salvatore Caruso (Vicienzo, cameriere di don Ambrogio), Elisabetta D'Acunzo, (Filomena, l'usuraia), Tony Laudadio (marchese Cornacchia), Ivana Maione (Luisella), Davide Mazzella (Salvatore, cuoco del baroncino), Biagio Musella (Felice Sciosciammocca, cameriere di Eugenio), Serena Pisa (Giulietta, figlia di Ignazio), Marcello Romolo (Ignazio Sazio), Luca Saccoia (dottor Ferdinando Saraca), Ivano Schiavi (il pescivendolo Pascale) e Federica Totaro (Rosina, cameriera di Ignazio).

Musica dal vivo eseguita dal pianista e arrangiatore Mariano Bellopede, che cura anche la direzione musicale, con Arcangelo Michele Caso, al violoncello e ai plettri, e Giuseppe Di Maio, al clarinetto. Costumi di Anna Verde, luci di Gianluca Sacco e suono di Daniele Chessa.

Ideata dal direttore artistico Marisa Laurito, la minirassegna 'L'eredità Scarpetta' si concluderà, lunedì 23 maggio, alle 11, all'Università Federico II, con il primo appuntamento di 'Eduardo. Incontri, conversazioni, suggestioni e informazioni per artisti del nuovo millennio'. Questo progetto, curato da Giulio Baffi, prevede una serie di incontri, a cui verranno invitati artisti ed esperti di vario settore, volti a indagare l'influenza che l'autore di Napoli milionaria riesce ad avere sulle nuove generazioni che si affacciano al mondo dell'Arte. Un modo per confrontarsi in maniera diretta con i giovani che non sono stati partecipe della vita di questo grande protagonista, eppure si ispirano a lui.


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