Il 'De bello Neapolitano' di Giovanni Pontano

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Si terrà venerdì 23 aprile 2021, alle 15, in modalità videoconferenza sulla piattaforma Microsoft Teams ad accesso libero (urly.it/3bv2_ ), la manifestazione dal titolo Il De bello Neapolitano di Giovanni Gioviano Pontano. Ecdotica di un monumento della storiografia umanistica, Tavola rotonda organizzata nell'ambito del VII ciclo seminariale Il Canto della Sirena, presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università degli Studi di Napoli.

L'incontro sarà preceduto dai saluti istituzionali del Magnifico Rettore della Federico II, Matteo Lorito, del Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, Andrea Mazzucchi, dalla Presidente dell'Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento Meridionale, Carmen Reale, e dalla Presidente della Commissione scientifica dell'Edizione Nazionale dei testi della Storiografia Umanistica, Gabriella Albanese, che ne curerà anche l'introduzione ed il coordinamento.

Alla Tavola rotonda parteciperanno i professori Giancarlo Abbamonte (Università degli Studi di Napoli Federico II), Fulvio Delle Donne (Università degli Studi della Basilicata), Bruno Figliuolo (Università degli Studi di Udine), Isabella Lazzarini (Università degli Studi del Molise) e Paolo Pontari (Università di Pisa), che discuteranno della recente edizione critica del De bello Neapolitano del Pontano, a cura di Giuseppe Germano, Antonietta Iacono e Francesco Senatore (SISMEL – Edizioni del Galluzzo, Firenze, 2019), apparsa sotto gli auspici dell'Edizione Nazionale dei testi della Storiografia Umanistica. Saranno altresì presenti i curatori dell'edizione ed un delegato dell'editore.

Il De bello Neapolitano di Giovanni Pontano restò incompiuto alla sua morte, nel settembre del 1503. Incentrata sulla guerra di successione sostenuta da Ferrante d'Aragona contro Giovanni d'Angiò ed i baroni ribelli del Regno, l'opera s'inserisce nella produzione storiografica che fiorì alla corte della Napoli aragonese nel Quattrocento e che è stata di recente restituita al suo statuto ideologico e letterario. Oggetto di grande interesse per il suo valore documentario e storico-politico, oltre che per quello stilistico e letterario, essa è stata al centro di numerosi studi di varia matrice, non solo in virtù dei rapporti ideologici che la legano alla teoresi contemporanea sulla scrittura storica, ma soprattutto per il suo essere stata liberamente concepita da un intellettuale che rivestì un ruolo politico di rilievo nell'Italia del XV secolo e poté accedere a quelle documentazioni cancelleresche che ne sostanziano il metodo storiografico e la rendono moderna.

«Il De bello Neapolitano – dichiarano i curatori dell'edizione critica – ci è stato tramandato nella copia di lavoro autografa del ms. Palat. Vindob. 3413 dell'Österreichische Nationalbibliothek di Vienna, che funse da originale di stampa per l'editio princeps dell'opera, curata da Pietro Summonte ed uscita a Napoli, per i tipi di Sigismondo Mayr, nel maggio del 1509. Condotta sulla base dell'analisi dell'unica testimonianza autografa superstite dell'opera, la presente edizione si avvale del confronto con altre fonti letterarie e documentarie coeve sia per stabilirne un testo critico in linea coi moderni principi della filologia umanistica, sia per fornire i sussidi necessari ad illuminarne il tessuto compositivo ed a contestualizzarne la narrazione; ma si prefigge anche lo scopo di ricostruirne, fin dove possibile, la stratigrafia compositiva, con particolare attenzione ai ripensamenti di lingua e di stile, nonché ai rapporti con le possibili fonti antiche e moderne, letterarie e documentarie».

Le tematiche affrontate costituiranno un'ulteriore importante tappa del percorso seminariale Il Canto della Sirena, a cura di Giuseppe Germano, Antonietta Iacono, Pasquale Sabbatino, Vincenzo Caputo e Gianluca del Noce. Questo ciclo di seminari, giunto al suo settimo anno di vita, intende mettere in luce e valorizzare caratteri, aspetti e protagonisti della cultura umanistico-rinascimentale di ambito partenopeo, con un'attenzione dedicata anche alle peculiari declinazioni europee di tale cultura. Simbolo di tradizione sapienziale e richiamo alle origini greche della città, il mito di Partenope, la sirena sul cui sepolcro sarebbe sorta la città di Napoli e a cui è intitolato il ciclo seminariale, rappresenta uno dei principali fattori identitari per i protagonisti dell'Umanesimo e del Rinascimento napoletano.

 

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