Laboratorio PRISMA e sostenibilità ambientale con il progetto PON PlaCE

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Ci sarà anche il team PRISMA nel progetto PON PlaCE.
 
La Federico II con il DIETI - Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle tecnologie dell'Informazione, e in particolare il laboratorio di robotica PRISMA Lab coordinato dal professore Bruno Siciliano, è tra i partner di PlaCE.
 
Il progetto mira a sperimentare, per la prima volta a livello nazionale, tecnologie e soluzioni d'avanguardia per il riutilizzo ecosostenibile di piattaforme offshore di petrolio e gas alla fine della loro fase produttiva. PlaCE sarà sviluppato nell'area circostante ad una delle piattaforme ENI che si trova al largo della costa abruzzese. Tra le attività previste, la realizzazione di sistemi di supporto per la valutazione della sostenibilità ecologica delle attività della piattaforma multifunzione e la valutazione della gestione da remoto del suo funzionamento e manutenzione che avverrà attraverso l'acquisizione e analisi di dati, sia di tipo ambientale che di verifica funzionale e di controllo. 
 
Il PRISMA Lab, contribuirà su questo fronte con l'impiego di un drone anfibio che verrà dotato di un sistema per il galleggiamento e di una innovativa stazione per misurazioni a immersione in colonna d'acqua direttamente in-situ. Attualmente, spiega il professore Vincenzo Lippiello, responsabile scientifico del progetto: "la stessa operazione richiede il noleggio di una imbarcazione, il raggiungimento della sede e il prelievo di ampolle di campioni marini a diverse profondità. La nostra soluzione consentirà, operando comodamente da remoto, di misurare in-situ la temperatura, il PH, la salinità, la fluorescenza e il PAR (Photosynthetically Active Radiation) fino a una profondità di 50 metri. Inoltre, quando il drone sarà in volo, verrano acquisite immagini multispettrali per la mappatura del fitoplancton su grandi aree e per il monitoraggio di riserve marine protette rispetto a intrusioni non autorizzate di imbarcazioni e sommozzatori". 
 
Numerosi saranno gli aspetti applicativi della ricerca messi in campo per raggiungere gli obiettivi del progetto. Oltre alle competenze in ambito avionico e aeronautiche, la sfida più complessa è rappresentata dallo sviluppo di un sistema di galleggiamento in grado di garantire stabilità in caso di onde fino a mezzo metro di altezza. Il professor Lippiello sottolinea: "abbiamo dato grande attenzione agli aspetti aerodinamici per evitare che si creino turbolenze durante il volo e per ridurre la resistenza al vento laterale. Un galleggiante da montare sotto al drone, potrebbe creare infatti un effetto vela con una conseguente deviazione dalla posizione comandata, oltre a incrementare il consumo energetico". 
 
L'innovativa stazione di misura da immersione sarà in grado di elaborare diverse tipologie di informazioni raccolte in-situ, oltre ad acquisire immagini di profondità dei fondali. "A valle della selezione dei probe di misura più idonei, stiamo sviluppando delle schede elettroniche per il condizionamento, l'acquisizione e il processamento delle varie misure. Infine, realizzeremo una stazione di ricovero automatizzata in grado di ospitare e proteggere il drone dalle intemperie in caso di installazione in siti remoti per monitoraggi H24".
 
Tra le risorse impiegate, come spesso accade per la robotica di servizio ci sono, a diversi livelli, tutti i membri del PRISMA Lab. "Siamo infatti impegnati sia nello sviluppo meccanico ed elettronico, che nel controllo, gestione e trattamento delle informazioni per quello che è il primo drone anfibio su cui lavoriamo, come pure è il primo progetto in cui siamo impegnati direttamente per la realizzazione di un sistema di misura utile ai biologi marini".
 
Il progetto è condotto da un consorzio composto da 6 istituti di ricerca universitaria, uno spin-off e un grande partner industriale nel settore oil & gas come ENI.
 
 

Redazione

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