Il grande sbarco, l'Italia e la scoperta dell'immigrazione

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Il grande sbarco. L'Italia e la scoperta dell'immigrazione è il titolo del volume di  Valerio De Cesaris che si presenta martedì 26 marzo 2019, alle 17.30 in aula Pessina, corso Umberto I,40.

Il libro è incentrato sul triennio 1989-1991, il tempo della "scoperta" dell'immigrazione in Italia. Il titolo del volume fa riferimento alla vicenda della nave Vlora, arrivata nel porto di Bari l'8 agosto 1991 con 18.000 albanesi a bordo.

Sino all'estate del 1991 l'immigrazione straniera, che pure era iniziata in Italia da tempo, non aveva fatto granché notizia. Nell'agosto del 1989 l'omicidio del giovane sudafricano Jerry Essan Masslo, a Villa Literno, suscitò emozione e portò alla ribalta nazionale lo sfruttamento dei braccianti immigrati, nonché il tema del razzismo. A breve distanza di tempo, il dibattito per l'approvazione della legge Martelli e soprattutto gli sbarchi dei profughi albanesi in Puglia, nel 1991, segnarono una polarizzazione del dibattito, tra fautori di politiche d'apertura e sostenitori della linea della chiusura delle frontiere, con un rapido spostamento dell'opinione pubblica a favore di questi ultimi. Nacque l'allarme invasione: gli albanesi giunti in gran numero sulle coste italiane (circa 50.000 nel 1991), erano considerati l'avanguardia di migrazioni ben più massicce dall'est Europa, dopo la caduta dei regimi comunisti e la dissoluzione della cortina di ferro. Il dibattito assunse toni allarmistici e l'Italia mise in atto le prime misure di contrasto all'immigrazione via mare, schierando navi e motovedette nell'Adriatico.

L'evento, che sarà aperto dai saluti di Vittorio Amato, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche, vede gli interventi di Francesco Dandolo, Vittoria Fiorelli e Teodoro Tagliaferri. Presiede e introduce, Paolo Macry.

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