Biografie d'artisti tra Cinque e Seicento
Si terrà giovedì 18 e venerdì 19 ottobre 2018 alle 11, nell'Aula 3 del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Napoli Federico II, Edificio centrale, il seminario Biografie d'artisti tra Cinque e Seicento relativo al ciclo I generi della letteratura italiana. Interverranno Enrico Mattioda (Università degli Studi di Torino), Pasquale Sabbatino dell'Università Federico II e Vincenzo Caputo dell'Università Federico II.
Sarà, innanzitutto, l'occasione per discutere della recente edizione commentata della raccolta biografica vasariana, diretta proprio da Enrico Mattioda (nel 2018 è uscito il volume II con le vite della seconda età; Alessandria, Edizioni dell'Orso). «Questa avventura editoriale – dichiara lo studioso – è partita da una specifica considerazione. Spenti i fuochi del cinquecentenario della nascita di Vasari nel 2011, si è constato che il panorama editoriale italiano non offriva nessuna edizione commentata delle Vite secondo l'edizione definitiva del 1568: l'ultimo commento giuntino risaliva all'inizio degli anni Settanta a opera di Carlo L. Ragghianti. Mi sembrava si dovesse ovviare a questa situazione per un autore fondamentale della nostra tradizione letteraria: soltanto la Divina commedia, infatti, ha contribuito in modo pari nel mondo a costruire l'immagine dell'Italia; lo stesso mito del Rinascimento italiano ha il suo testo fondante nelle Vite».
A Vasari dedicherà la propria attenzione anche Vincenzo Caputo in un discorso, che coinvolgerà il genere e la sua storia proprio a partire dall'edificio vasariano. «La variegata (per quantità, qualità e ambiti disciplinari coinvolti) bibliografia legata al nome del Vasari si è giustamente addensata in particolare attorno alle Vite, favorendo la coagulazione di alcuni specifici grumi bibliografici. A voler riassumere, ci pare che qualche utile tassello alla ricostruzione del ‘Vasari biografo' possa giungere anche da un discorso che sciolga questi grumi, mettendo in correlazione le sue vite con l'ampia fortuna del genere biografico all'altezza del secondo Cinquecento e poi dei secoli successivi».
Con l'intervento di Pasquale Sabbatino, infine, il discorso si sposta sul Seicento e sulla raccolta biografica di Giovan Pietro Bellori, la quale rappresenta una fonte imprescindibile per l'arte del XVII secolo. «Il viaggiatore che visiti la cappella del tesoro di san Gennaro e ne voglia approfondire il programma artistico può utilizzare, dal 1672, l'interessante raccolta di Bellori, Le vite de' pittori, scultori e architetti moderni, il quale, nella biografia del Domenichino, dedica un'intera sezione alle Immagini di San Gennaro protettore della città di Napoli e ritrae con le parole le singole creazioni pittoriche. Quello biografico si mostra, anche in questo caso esemplificativo, genere ibrido, nel quale poter far convivere storiografia, aneddotica, ecfrasi ed elogio cittadino».
Si terrà giovedì 18 e venerdì 19 ottobre 2018 alle 11, nell'Aula 3 del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Napoli Federico II (Edificio centrale), il seminario Biografie d'artisti tra Cinque e Seicento relativo al ciclo I generi della letteratura italiana. Interverranno Enrico Mattioda (Università degli Studi di Torino), Pasquale Sabbatino (Università Federico II) e Vincenzo Caputo (Università Federico II).
Sarà, innanzitutto, l'occasione per discutere della recente edizione commentata della raccolta biografica vasariana, diretta proprio da Enrico Mattioda (nel 2018 è uscito il volume II con le vite della seconda età; Alessandria, Edizioni dell'Orso). «Questa avventura editoriale – dichiara lo studioso – è partita da una specifica considerazione. Spenti i fuochi del cinquecentenario della nascita di Vasari nel 2011, si è constato che il panorama editoriale italiano non offriva nessuna edizione commentata delle Vite secondo l'edizione definitiva del 1568: l'ultimo commento giuntino risaliva all'inizio degli anni Settanta a opera di Carlo L. Ragghianti. Mi sembrava si dovesse ovviare a questa situazione per un autore fondamentale della nostra tradizione letteraria: soltanto la Divina commedia, infatti, ha contribuito in modo pari nel mondo a costruire l'immagine dell'Italia; lo stesso mito del Rinascimento italiano ha il suo testo fondante nelle Vite».
A Vasari dedicherà la propria attenzione anche Vincenzo Caputo in un discorso, che coinvolgerà il genere e la sua storia proprio a partire dall'edificio vasariano. «La variegata (per quantità, qualità e ambiti disciplinari coinvolti) bibliografia legata al nome del Vasari si è giustamente addensata in particolare attorno alle Vite, favorendo la coagulazione di alcuni specifici grumi bibliografici. A voler riassumere, ci pare che qualche utile tassello alla ricostruzione del ‘Vasari biografo' possa giungere anche da un discorso che sciolga questi grumi, mettendo in correlazione le sue vite con l'ampia fortuna del genere biografico all'altezza del secondo Cinquecento e poi dei secoli successivi».
Con l'intervento di Pasquale Sabbatino, infine, il discorso si sposta sul Seicento e sulla raccolta biografica di Giovan Pietro Bellori, la quale rappresenta una fonte imprescindibile per l'arte del XVII secolo. «Il viaggiatore che visiti la cappella del tesoro di san Gennaro e ne voglia approfondire il programma artistico può utilizzare, dal 1672, l'interessante raccolta di Bellori, Le vite de' pittori, scultori e architetti moderni, il quale, nella biografia del Domenichino, dedica un'intera sezione alle Immagini di San Gennaro protettore della città di Napoli e ritrae con le parole le singole creazioni pittoriche. Quello biografico si mostra, anche in questo caso esemplificativo, genere ibrido, nel quale poter far convivere storiografia, aneddotica, ecfrasi ed elogio cittadino».
Redazione
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