Geografia e territorio nella Napoli del primo Quattrocento

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Si terrà venerdì 25 maggio 2018 alle 15, nell'aula F del Dipartimento di Studi Umanistici - Università degli Studi di Napoli Federico II, l'incontro legato al ciclo seminariale Il Canto della Sirena con la relazione di Ludovica Sasso della Federico II - Technische Universität Dresden, dal titolo Geografia e territorio nella Napoli del primo Quattrocento: Epitoma in Quarto, Quinto et Sexto Comentario Strabonis di Jacopo Curlo.

Nel corso del seminario si punterà l'attenzione sull'umanista ligure Jacopo Curlo, intellettuale pienamente inserito all'interno della viva corte aragonese di Napoli, e in particolare sulla sua Epitoma in quarto, quinto et sexto Comentario Strabonis, composta sulla base del testo della Geographia di Strabone. «Trasmessaci dal solo codice RYL F.3.2 della Biblioteca universitaria di Liverpool – dichiara Ludovica Sasso – l'opera si inserisce a pieno diritto nella fioritura che il genere lessicografico ebbe nell'Umanesimo, rientrando nel campo dei lessici compilati a partire da singoli autori o anche da singole opere dell'antichità greco-latina. Benché conoscesse il greco, avendolo appreso dall'amico e maestro Antonio Cassarino, Jacopo Curlo non si basò sul testo greco straboniano, almeno non nel momento di redazione del suo lessico, ma lavorò direttamente dalla traduzione latina compiuta da Guarino Veronese e completata intorno al 1456, circa due anni prima che il Curlo iniziasse a lavorare alla propria opera su commissione di Alfonso il Magnanimo».

«Al di là dell'analisi strutturale e contenutistica del lessico e del rapporto rispetto alla traduzione guariniana di Strabone – continua la studiosa – l'opera del Curlo sembra inserirsi all'interno di un più ampio discorso politico e culturale, proprio del tempo di Alfonso a Napoli: il rinnovato interesse per gli studi geografici e la geografia in quanto scienza politica nell'Umanesimo napoletano fanno da scenografia alla redazione di un'opera di un umanista spesso rimasto nell'ombra rispetto a più noti intellettuali coevi, attivi a Napoli al tempo del Regno d'Aragona, nonostante la sua opera risulti programmatica rispetto ad un movimento culturale finalizzato alla creazione del consenso intorno alla figura del sovrano, ed ancor più alla fondazione di uno stato moderno, quale fu il Regno di Napoli sotto Alfonso».

Le tematiche affrontate costituiranno un'ulteriore importante tappa del percorso seminariale Il Canto della Sirena, a cura di Giuseppe Germano, Antonietta Iacono, Pasquale Sabbatino, Vincenzo Caputo e Gianluca del Noce. Questo ciclo di seminari, al suo terzo anno, intende mettere in luce e valorizzare caratteri, aspetti e protagonisti della cultura umanistico-rinascimentale di ambito partenopeo, con un'attenzione dedicata anche alle peculiari declinazioni europee di tale cultura. Simbolo di tradizione sapienziale e richiamo alle origini greche della città, il mito di Partenope, la sirena sul cui sepolcro sarebbe sorta la città di Napoli e a cui è intitolato il ciclo seminariale, rappresenta uno dei principali fattori identitari per i protagonisti dell'Umanesimo e del Rinascimento napoletano.

 

Per informazioni

Gianluca del Noce: gianlucadelnoce@gmail.com

Vincenzo Caputo: vincenzo.caputo@unina.it

 

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