Agricoltura sostenibile e scarti di Bioraffinerie come biostimolanti vegetali

Immagine relativa al contenuto Agricoltura sostenibile e scarti di Bioraffinerie come biostimolanti vegetali

Il gruppo di ricerca del Centro Interdipartimentale di Ricerca per l'Ambiente, l'Agro-alimentare ed i nuovi Materiali (CERMANU) diretto dal Professor Alessandro Piccolo, in collaborazione con l'Istituto di Chimica Biomolecolare del CNR di Pozzuoli, ha appena pubblicato sulla prestigiosa rivista "Sustainable Chemistry and Engineering" dell'American Chemical Society, i risultati di una ricerca nell'ambito del progetto PON03PE_00107_01 "BioPoliS", coordinato dall'Università di Napoli Federico II, in cui si evidenzia che gli scarti del trattamento di biomasse lignocellulosiche destinate alla produzione di prodotti chimici di base ed additivi per nuovi polimeri biocompatibili, possono essere trasformati in stimolanti della crescita di mais.

Il lavoro dal titolo "Molecular Characterization of Extracts from Biorefinery Wastes and Evaluation of Their Plant Biostimulation" (DOI: 10.1021/acssuschemeng.7b01928) ha dimostrato che gli scarti lignocellulosici da biomasse di Arundo Donax (canna commune), dopo il trattamento enzimatico utile a facilitare la successiva produzione microbiologica di molecole che sostituiscano quelle ottenibili da materiali fossili, rappresentano una risorsa per l'estrazione di miscele molecolari complesse con alta bioattività verso la crescita di piante di mais. Inoltre, la ricerca ha evidenziato che la capacità biostimolante degli estratti da scarti di Bioraffineria è funzione dello specifica idrolisi enzimatica a cui si sottopongono i residui di biomasse. Questi risultati suggeriscono un ampio margine di diversificazione tecnologica per una effettiva valorizzazione degli scarti di Bioraffineria in una moderna Agricoltura  sostenibile ed ecocompatibile.


Redazione

c/o COINOR: redazionenews@unina.it