Frugalità e sregolatezza: Farinaro a Come alla Corte di Federico II

Frugalità e sregolatezza: Farinaro a Come alla Corte di Federico II

Si parlerà di ‘Frugalità e sregolatezza: virtù e vizi della società moderna' nel prossimo incontro di ‘Come alla corte di Federico II ovvero parlando e riparlando di Scienza'. Relatore sarà Eduardo Farinaro, Professore di Scienze tecniche mediche applicate dell'Università Federico II.

L'appuntamento con Eduardo Farinaro è per giovedì 7 marzo 2013, alle 20.30, al centro congressi della Federico II, in via Partenope, 36, a Napoli.

Il progressivo miglioramento delle condizioni socio-economiche, verificatosi a partire dalla seconda metà del secolo scorso, nei Paesi industrializzati, ha prodotto un sostanziale cambiamento delle abitudini di vita. Tale cambiamento ha portato alla meccanizzazione delle attività lavorative e dei sistemi di trasporto, alla notevole riduzione dell'attività fisica nella vita quotidiana e quindi del dispendio energetico totale e a un aumento enorme della disponibilità di cibo; le abitudini alimentari sono sostanzialmente cambiate ed hanno acquisito due caratteristiche: l'eccesso e l'inadeguatezza.

Scrive Farinaro:

Il cambiamento maggiore è rappresentato dall'adozione di un regime alimentare ad alto contenuto calorico, ricco in grassi animali, colesterolo, zuccheri raffinati, sale e alcol, con un basso rapporto nutrienti/calorie. Sono questi gli aspetti del vivere moderno che hanno favorito un aumento del sovrappeso e dell'obesità e conseguentemente anche della frequenza del diabete, delle iperlipidemie e dell'ipertensione arteriosa. Si è assistito a un progressivo, costante aumento delle malattie cronico-degenerative e in particolare delle malattie cardiovascolari.

La relazione tra abitudini alimentari e malattie cardiovascolari è nota fin dagli anni settanta per i primi risultati dello studio Seven Countries Study che può essere considerato una pietra miliare dell'epidemiologia e della prevenzione delle malattie cardiovascolari; documentato nella letteratura scientifica dal suo ideatore e principale autore Ancel Keys. L'incidenza e la mortalità coronarica sono molto elevate nelle popolazioni del Nord Europa e del Nord America, decisamente più basse in quelle del bacino Mediterraneo e del Giappone.
La Dieta Mediterranea è un modello nutrizionale ispirato ad abitudini alimentari tradizionali dei Paesi del bacino mediterraneo, in particolare Italia centro-meridionale, Grecia e Spagna; tale dieta ha avuto grande diffusione, soprattutto negli ultimi decenni in molti altri Paesi quale intervento utile nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Tutto quanto finora detto è una visione epidemiologica dei fenomeni. E' possibile comunque che a livello individuale ci siano dei comportamenti per ogni singolo organismo che si discostino, anche di molto, da quelle che sono le regole finora descritte per gruppi omogenei. La genetica è oggi in grado di rivelare alcune caratteristiche che sono sensibili alle variabili ambientali e che hanno un grande impatto sulla qualità della vita stessa. Sebbene gran parte del materiale genetico sia condiviso, in ciascun gene vi sono comunque dei punti di variabilità, ed è proprio l'insieme di queste piccole differenze che danno a ogni organismo la caratteristica dell'individualità. Non esiste un'alimentazione ottimale uguale per tutti: determinati alimenti, poco sani per ognuno, per alcuni individui sono ancor più dannosi e quindi da evitare in modo assoluto; l'alimentazione ottimale è quella tagliata su mis
ura per la costituzione genetica di ciascuno.


Quest'approccio sistematico, basato sulla genetica, una volta a regime, potrà fornire risultati che possono essere funzionali al miglioramento del benessere umano e si rifletterà sulle raccomandazioni dietetiche con una più accurata ed efficace azione di prevenzione e di tutela della salute della popolazione. In attesa di ulteriori sviluppi di tali scienze sarà vantaggioso affidarsi al recupero delle tradizioni alimentari del bacino del Mediterraneo. La dieta abituale degli Italiani del Sud, quella tradizionale che non ha subito le profonde modifiche dei Paesi industrializzati, costituisce un punto di riferimento ottimale di alimentazione per la prevenzione della cardiopatia coronarica.

                                                                                                                                                                                       Eduardo Farinaro
                                                                                                                                                   Professore di Scienze tecniche mediche applicate
                                                                                                                                                              Università Federico II


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