'Dopo la battaglia' in scena al Teatro Bellini di Napoli

Quasi due ore senza intervallo, ma ne vale la pena. Ne vale davvero la pena, poiché lo spettacolo dal titolo "Dopo la Battaglia' di Pippo Delbono porta senza problemi lo spettatore a rimanere incollato alle sedie del Teatro Bellini di Napoli che ospiterà la pièce dal 26 febbraio al 3 marzo 2013.
Un'opera elegiaca, che pone il genio di Pippo Delbono, attore e regista teatrale ligure, come massima dimostrazione di un modo di fare teatro alternativo e nello stesso tempo di gran lunga attrattivo.
Lo spettacolo è molto incentrato su musica e danza e si avvale dalla presenza in scena del violinista Alexander Bãlãnescu. Molti i temi affrontati: dalle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia alla follia.
Una sorta di viaggio visionario il lavoro di Pippo Delbono; una drammaturgia che ci mostra, senza falsi pudori, la verità della follia.
"Dopo la battaglia" è una composizione che illumina il buio dell'esistenza sfociando in flusso continuo, trapassandone lo spazio.
Accordo pressoché continuo di emozioni e linguaggi attraverso il ritmo imposto dalla danza e della musica. Gli attori della Compagnia Delbono irrompono continuamente nell'inatteso, in un mare in metamorfosi, dove la salvezza è postuma ad un inevitabile naufragio. Accompagna questo viaggio una presenza nuova, la danzatrice Marigia Maggipinto, già storica componente della compagnia di Pina Bausch.
La scena si pone davanti allo spettatore come neutra, un crocevia del nostro immaginario, dove scorrono le figure del nostro mondo, dove vivono i vizi e le miserie di un popolo ingabbiato e cieco, le cui mosse si fanno automatiche. Vi riecheggiano brani tratti da autori come Antonin Artaud, Franz Kafka, Alda Merini, Pier Paolo Pasolini, Walt Whitman, Rainer Maria Rilke, Alejandra Pizarnik riscritti e reinterpretati da Pippo Delbono.
Scena di versi e parole che accade sulle note di Giuseppe Verdi, Niccolò Paganini, Pëtr Ilic Cajkovskij e le cui note di intrecciano alla musica originale, eseguita dal vivo dal già citato Alexander Balanescu, violinista, compositore contemporaneo, interprete della nuova musica a cavallo tra primo e secondo millennio.
Uno spettacolo che rappresenta una tappa importante nel percorso artistico di Delbono, che immette una linfa diversa nel suo linguaggio, puntando su effetti video e atmosfere cinematografiche.
Un teatro espanso che si fa struttura essenziale di una fusione multiforme di musica e danza per un teatro che reincarna il suo tempo, a tutti gli effetti il "nostro" di tempo. (C.Crispino)
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