Gianni Berengo Gardin in mostra a Venezia

Gianni Berengo Gardin in mostra a Venezia

La Casa dei Tre Oci, splendida testimonianza dell'architettura veneziana di inizio '900 realizzata dall'artista Mario De Maria, per diversi decenni ospitò artisti e intellettuali, italiani e internazionali, tanto da diventare - a cavallo tra gli anni '70 e '80 - una vera e propria casa della cultura, luogo di produzione artistica e cenacolo di incontri e dibattiti.

Oggi, la Casa dei Tre Oci acquisita dalla Fondazione di Venezia nel 2000, dopo un accurato e filologico restauro, viene restituita alla città, come luogo interamente dedicato ai linguaggi dell'arte contemporanea, dove verranno ospitate grandi mostre fotografiche internazionali.
Quale migliore location per uno dei più grandi fotografi italiani? Si parla di Gianni Berengo Gardin, classe 1930, dal 1954 che si occupa di fotografia.

Inizia la sua carriera di fotoreporter nel 1965 quando lavora per "Il Mondo "di Mario Pannunzio. Negli anni a venire collabora con le maggiori testate nazionali e internazionali come "Domus", "Epoca", "Le Figaro", "L'Espresso", "Time", "Stern".

Il palazzo "La Casa dei Tre Oci", situato nel sestiere (denominazione di una delle sei zone in cui è divisa la città di Venezia)di Dorsoduro, nell'isola della Giudecca, ospita fino al 12 maggio 2013, una mostra fotografica di rilievo: "Gianni Berengo Gardin. Storie di un fotografo", il titolo.

Centotrenta fotografie, rigorosamente in bianco e nero, che vanno a comporre la più completa antologica di Gianni Berengo Gardin, maestro fotografo che abita il mondo e che ha visto la propria nascita professionale a Venezia e ivi spesso ancora scatta le sue fotografie.
Gli scatti in mostra, fino al 12 maggio, si snodano sui tre piani della Casa dei Tre Oci, un viaggio nel tempo, attraverso i decenni, raccontano le mode e gli abiti, un viaggio attraverso tante città, attraverso molti luoghi, gli ospedali psichiatrici i circoli, i caffè, attraverso le persone. Sembra quasi il mondo stia all'interno, tutto il mondo racchiuso tra queste immagini.

A riflettersi nelle foto, corroborate da un intimista bianco e nero è forse anche la laguna; del canale della Giudecca che in maniera tracotante continua a creare un continuo ambito di rimandi, eterno scherzo dei riflessi tra acqua e vetri che contraddistingue da sempre Venezia.
L'umanità racconta di sé anche quando non è a colori.
(C.Crispino)



Redazione

c/o COINOR: redazionenews@unina.it |redazionesocial@unina.it

F2 Magazine – Università degli Studi di Napoli Federico II testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli. Aut. n. 41 del 5/11/2019