'La fotografia del Giappone' in Villa Pignatelli a Napoli

Il Giappone a cavallo di due secoli attraverso l'occhio fotografico di grandi interpreti giapponesi ed europei. Dopo Lugano e Venezia arriva a Napoli la mostra " La fotografia del Giappone (1860-1910). I capolavori" che sarà presente fino al 3 giugno 2012 presso la Villa Pignatelli a Napoli.
Nell'ambito del progetto Villa Pignatelli – Casa della fotografia, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli e gli Incontri Internazionali d'Arte, presentano una selezione di circa 150 stampe fotografiche originali realizzate tra il 1860 e i primissimi anni del Novecento dai grandi interpreti giapponesi ed europei di quest'arte.
L'esposizione è a cura di Francesco Paolo Campione e di Marco Fagioli, è realizzata in collaborazione con il Museo delle Culture di Lugano e Giunti Arte mostre musei e si avvale del patrocinio di Regione Campania, Provincia di Napoli e Fondazione Italia Giappone.
In Giappone, agli albori della storia della fotografia, la tecnica occidentale della stampa all'albumina si unì alla tradizionale abilità dei pittori locali, capaci di applicare il colore anche su piccolissime superfici, a volte con pennelli dotati di un solo pelo.
L'albumina è una proteina del plasma, prodotta dal fegato, che si trova nella chiara delle uova (albume): è solubile in acqua e coagula al calore. Una volta separato dal tuorlo, l'albume era montato a neve con l'aggiunta di cloruro di sodio o di ammonio. Il composto era poi lasciato decantare e riposare in un locale buio, per una mezza giornata.
Dopo la fermentazione, la sostanza precipitata alla base del contenitore era filtrata e lasciata riposare. I fogli di carta di cotone, di buona qualità lisci e omogenei, erano fatti galleggiare sulla soluzione di all'albumina. Il risultato finale era una fotografia lucida e dettagliata, dalle calde tonalità di marrone e ocra che col tempo, è invalsa l'abitudine di chiamare genericamente "color seppia".
Il procedimento della stampa all'albumina fu sperimentato in Francia nel 1848. Industrializzato dalla Dresden Albuminfabriken, il procedimento si diffuse rapidamente in tutto il mondo e rimase dominante sino alla fine del XIX secolo.
Questa fusione di tecniche differenti, tra l'Europa e il Sol Levante, diede dei risultati artistici di sorprendente bellezza e i soggetti rappresentati risultarono così verosimili da non riuscire a distinguere,in alcuni casi, le opere dalle moderne fotografie a colori.
Le immagini, profondamente caratterizzate dalla ricerca di un'armonia fra le cose: paesaggi, edifici, architetture d'interni, scene di vita quotidiana, ritratti di uomini e donne, erano destinate prevalentemente ai viaggiatori stranieri e offrivano rappresentazioni del paesaggio e della cultura giapponese con la funzione di produrre souvenir di viaggio e della memoria esotica.
A Villa Pignatelli, saranno esposte le opere di alcuni grandi fotografi delle origini, primo fra tutti Felice Beato (1833 - 1907) che, immediatamente seguito da artisti giapponesi, diede vita a uno stile, chiamato Scuola di Yokohama. Saranno presenti molte opere dei grandi interpreti della fotografia giapponese, come Kusakabe Kimbei, considerato da molti il più eccellente interprete della sopracitata Scuola di Yokohama.
Il percorso espositivo, organizzato per sezioni, indagherà la rapprese
ntazione del paesaggio e la natura "educata" dalla cultura, il gusto dell'esotismo e il profondo rapporto tra la fotografia e le stampe "dell'ukiyo-e", genere di stampa artistica giapponese su blocchi di legno, prodotta tra il XVII e il XX secolo. (C.Crispino)
Per informazioni:
museopignatelli.campaniabeniculturali.it
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