Perdita di cultura e tradizioni: le lingue in via d'estinzione

Il poeta americano e autore della "Antologia di Spoon River", Edgar Lee Masters, lo sapeva : "La lingua è magari un membro indisciplinato, ma il silenzio avvelena l'anima".
Questo "membro indisciplinato" è l'essenza vibrante e peculiare di una comunità umana. Un codificato "sistema di comunicazione verbale o gestuale", ovvero le lingue, quelle di minor diffusione sono in via d'estinzione. L'estinzione, così intesa, presuppone la morte di tale lingua e quindi di una cultura.
Le lingue del pianeta ammontano a 6.500, ma la metà ha meno di 10mila parlanti e un quarto del totale meno di mille. In queste condizioni è facile predirne la scomparsa nel giro di due secoli, né ci si può crogiolare sulla presenza del "tok-psin", che è una lingua di transizione, un "creolo", misto di inglese e melanesiano, o col fatto che l'ebraico e il basco siano tornati a vivere con una rianimazione forzata e molto politica.
Si chiede aiuto al web per salvare alcuni idiomi dalla scomparsa. Secondo la rivista National Geographic ogni quattordici giorni muore una lingua. Tra non molto potrebbero essere scomparse la metà delle sopra citate 6.500 lingue parlate oggi nel mondo, con la conseguente perdita di migliaia di culture. La tecnologia, accusata di uccidere le diversità, forse è l'unico modo per salvarle.
Il caso limite è quello del Ktunaxa, una lingua parlata solo da dodici persone. O meglio: esiste una lingua, antichissima e senza legami con altre lingue esistenti, che combatte l'estinzione con le armi della globalizzazione. Si tratta di un parlato di alcune tribù di nativi che abitano nell'America nord-occidentale, tra il Montana, l'Idaho e la Columbia Britannica.
Secondo un censimento del 1990 i parlanti Ktunaxa erano poco meno di 400, ma i dodici che ne conservano configurazioni e vocabolario intatti appartengono soprattutto alla vecchia generazione. E nessun altro al mondo è capace di parlarlo. Il rischio è quello che, come successo al Kamassino (parlato fino a 30 anni fa in Russia, sui monti Urali) e a tante altre, la lingua possa estinguersi con la morte degli ultimi anziani.
Alcuni membri della comunità hanno così deciso di utilizzare la tecnologia per combattere questo pericolo. Stanno caricando su internet registrazioni, giochi interattivi per bambini e altro materiale trascritto da rendere fruibile a chiunque voglia imparare il Ktunaxa. Ci sono addirittura corsi di laurea online per gli adulti desiderosi di riscoprirlo.
La soluzione sembra delle più sensate visto che i giovani membri della comunità sono tutti nativi digitali. Grazie alla rete poi, il materiale caricato è accessibile a chiunque, in qualunque posto si trovi.
E il Ktunaxa non è l'unica lingua che vede nella tecnologia una via di salvezza dall'estinzione. Esiste per esemun'applicazione per gli smartphone che insegna la pronuncia delle parole in Tuvan, lingua di una popolazione nomade che vive tra Mongolia e Siberia. Per il Siletz Dee-ni (degli indiani d'America dell'Oregon) e per altre sette lingue in pericolo di estinzione, David Harrison, professore di linguistica allo Swarthmore College in Pennsylvania, con la c
ollaborazione dei madrelingua ha prodotto e pubblicato sul web otto dizionari 'parlanti'.
Tecnologia e tradizione dei parlanti: la buona riuscita sarà frutto di nuove e continuative collaborazioni. Ciò che siamo tutti noi essere umani, lo dobbiamo a quel tratto distintivo chiamato linguaggio. (C.Crispino)
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