Cineforum Shangri-la in Ateneo: 'I fiori di Kirkuk' di F. Kamkar

Cineforum Shangri-la in Ateneo: 'I fiori di Kirkuk' di F. Kamkar

Kirkuk è una città irachena e capitale del Governatorato di Kirkuk. Si trova nel nord del paese, a circa 250 km dalla capitale Baghdad.

La città è la protagonista del film 'I fiori di Kirkuk' di F. Kamkari, diciassettesimo appuntamento della stagione 2011/2012 di "Shangri La. Un cineforum per l'Ateneo". La pellicola sarà proiettata mercoledì 30 maggio 2012 presso il Centro Congressi della Federico II, in via Partenope, 36.

Kirkuk è nel Kurdistan, vasto altopiano sito nel Medio Oriente e più precisamente nella parte settentrionale e nord-orientale della Mesopotamia. Il Kurdistan è una nazione ma non uno Stato indipendente; il termine Kurdistan indicava la regione geografica abitata in prevalenza da curdi, ma ha poi acquistato anche una connotazione politica.

La trama del film è la seguente: Najla è una ragazza irachena che dopo aver conseguito la laurea in Medicina a Roma, decide di tornare in patria per rintracciare il suo innamorato: un ragazzo curdo che aveva studiato con lei in Italia e di cui aveva perso le tracce.
Il suo ritorno in patria sarà devastante. Troverà infatti un paese ridotto a una dittatura sanguinaria e razzista. Najla sentirà così il dovere di rimanere per dare il proprio aiuto ai curdi deportati dal regime.

Allo stesso tempo continuerà a cercare il proprio amato, combattendo animatamente contro le resistenze della sua famiglia.

L'amore, il tradimento e il destino dei due uomini intenzionati a sposarla, Sherko (Ertem Eser) e Mokhtar (Mohamed Zouaoui), s'intrecciano nel racconto della vita di Najla, sullo sfondo di uno dei capitoli più brutali e inesplorati della storia dell'Iraq, mescolando tratto sentimetale e accuratezza documentaria.

I fiori di Kirkuk è un film in cui si prova a ricostruire la sofferenza estrema che i curdi dell'Iraq vissero durante la sciagurata e sanguinaria dittatura di Saddam Hussein.

Tutta la narrazione è concentrata sulla figura della giovane irachena che insegue il proprio destino grazie alla potenza dei sentimenti e alla consapevolezza che salvare delle vite, sottraendole con mille sotterfugi ai macellai di Saddam, poteva dare senso a un'intera esistenza.

Il regista Fariboz Kamkari è curdo ma vive e lavora in Italia ed era dunque inevitabile che il personaggio centrale della sua storia fosse legato all'Italia. (C.Crispino)



Per informazioni:

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