Emergenza malaria nel sud del Mondo: ogni anno uccide 655mila persone

La malaria è la più importante parassitosi e la seconda malattia infettiva al mondo per morbilità e mortalità dopo la tubercolosi, cincquecento milioni di nuovi casi clinici all'anno (di cui il 90% in Africa tropicale) e un milione di morti all'anno; peraltro, il numero di decessi sarebbe più elevato (per lo più bambini africani al di sotto dei cinque anni).
Ogni anno nel mondo 655 mila persone muoiono di malaria, una malattia alla quale è esposta il 40% della popolazione mondiale, prevalentemente nei Paesi poveri. Le ultime cifre Oms parlano di 216 milioni di casi in 106 nazioni.
La sua diffusione attuale, infatti, non si limita alle aree tropicali dell'America del sud, dell'Africa e dell'Asia, ma interessa sporadicamente anche gli USA e altri paesi industrializzati, in cui casi clinici della malattia possono apparire a seguito di spostamenti di persone che contraggono la malattia in zone in cui essa è endemica.
Ogni quaranta secondi nel mondo un bambino muore di malaria, oltre duemila ragazzini perdono la vita ogni giorno a causa di una malattia prevenibile o comunque curabile. L'80% dei decessi e delle infezioni si verificano nell'Africa sub-sahariana, dove il 90% dei casi di malaria registrati ogni anno riguarda bimbi sotto i cinque anni. Quello che in Italia è solo un problema marginale, con seicento casi l'anno, è una vera emergenza nei Paesi in via di sviluppo.
Il giorno della festività della liberazione, il 25 aprile, va ricordato anche per la "Giornata mondiale della malaria". Sono numerose, infatti, le iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica e per raccogliere fondi.
L'Amref ha chiesto a governi e donatori di rafforzare l'impegno e costruire partnership per sostenere i risultati raggiunti, potenziare gli interventi in zone ad alto rischio e raggiungere gli obiettivi strategici per eliminare la malaria in Africa.
L'Unicef ha avviato un progetto a favore in gran parte dei Paesi più colpiti, fra i quali l'Angola, la Repubblica Centrafricana, il Congo, la Repubblica Democratica del Congo, la Guinea, il Kenya, la Nigeria, il Sudan e lo Zimbabwe.
Non ultima l'iniziativa di Medici senza frontiere, impegnata nella Repubblica democratica del Congo, dove i casi sono triplicati dal 2009 e la malattia uccide circa trecentomila bambini sotto i cinque anni, ogni anno.
Al di là delle iniziative e dei progetti, è importante che il problema non riguardi solo il continente africano, ma anche i paesi industrializzati e meno vicini a questa terribile patologia. (C.Crispino)
Per informazioni:
www.amref.it
www.unicef.it
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