Google e il regista James Cameron insieme: ecco 'Planetary Resources'

Connubio vincente, una collaborazione fattiva in linea di galleggiamento tra la realtà di tutti i giorni e i sempre affascinanti scenari da fantascienza. Si potrebbe definire così quello che Eric Schmidt e Larry Page, due colonne portanti dell'azienda americana Google, hanno deciso di finanziare con James Cameron, regista di "Titanic" e "Avatar", un progetto per la conquista commerciale dello spazio.
Questo progetto va ad esplicitarsi nella formazione di una società, chiamata "Planetary Resources", che si propone ambiziosi obiettivi nei campi dell'esplorazione spaziale e delle risorse naturali.
Lo scopo è trasformare gli asteroidi in miniere futuristiche di platino e materiali preziosi. Si progettano astronavi, basi spaziali e sonde robotiche. Possibilità di cui si parla da decenni, ma che è sempre rimasta nel novero delle ipotesi a causa dei costi proibitivi e dei lunghissimi tempi di realizzazione.
Se gli obiettivi appaiono utopistici, i capitali su cui può contare la neonata azienda sono ingenti: anche Peter H. Diamandis, Fondatore della X-Prize Foundation ha deciso di investire su quest'impresa. Completano il gruppo di pionieri l'ex responsabile della missioni su Marte della Nasa Eric Anderson, l'ex Microsoft, Charles Simonyi, e K. Ram Shriram, fondatore di Sherpalo e board director di Google.
Il progetto era stato vagliato anche dalla NASA, che alla fine lo aveva archiviato per mancanza di finanziamenti adeguati. L'agenzia spaziale aveva infatti preventivato costi pari a 2,6 miliardi di dollari solo per estrarre le materie indicate da un asteroide di 500 tonnellate e sette metri di diametro.
Infatti, per catturare un asteroide di queste dimensioni e portarlo in un'orbita intorno alla luna in modo da poterlo analizzare e sfruttarne i minerali ci vorrebbero oltre a circa 3 miliardi di dollari, una navicella con un sistema di propulsione solare-elettrico e una missione lunga tra i sei e dieci anni. Insomma, nessun risultato prima del 2025. (C.Crispino)
Per informazioni:
www.planetaryresources.com
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