Cineforum Shangri-la in Ateneo: 'Vogliamo Vivere' di Ernst Lubitsch

Cineforum Shangri-la in Ateneo: 'Vogliamo Vivere' di Ernst Lubitsch

Difficile pensare alla storia del cinema se ci si dimentica di citare una personalità come Ernst Lubitsch, regista, attore, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco naturalizzato statunitense che ha contribuito, a segnare un'epoca per il cinema statunitense.

Per il quattordicesimo appuntamento della stagione 2011/2012 di "Shangri La. Un cineforum per l'Ateneo" sarà proiettato mercoledì 18 aprile 2012 alle ore 20e30, il film di Ernst Lubitsch dal titolo "Vogliamo Vivere" presso il Centro Congressi della Federico II, in via Partenope, 36.

La pellicola è una commedia satirica statunitense del 1942 diretta da Lubitsch, che qualche anno dopo, nel 1947, vinse l'Oscar alla carriera, poco prima della morte.

Il titolo originale, "To be or not to be" oltre a riferirsi ad alcune scene della pellicola, richiama facilmente alla mente il remake del grande Mel Brooks, "Essere o non essere" del 1983.

Parte immediatamente dal teatro, seppure en plein air, il film di Ernst Lubitsch sul dramma del nazismo. Sarà un continuo susseguirsi di travestimenti, equivoci e colpi di scena in un crescendo senza sosta, dalla strada al palcoscenico, dai camerini alle stanze d'albergo, dai rifugi militari a quelli della resistenza, dalle stanze dei quartier generali nazisti alle librerie fasulle, tutto e tutti saranno o fingeranno di essere qualcosa che non sono: attori, nazisti, professori, librai, dittatori e colonnelli.

È l'apoteosi del cinema del camuffamento, tanto caro a Lubitsch e al suo cosiddetto "Lubitsch touch", tocco alla Lubitsch, coniato da un altro genio del cinema come Billy Wilder per definire la mescolanza calibrata di umorismo e sottile erotismo tipico delle sue commedie sofisticate.

Nella Varsavia minacciata dall'imminente occupazione nazista la compagnia teatrale di Josef e Maria Tura prova la commedia "Gestapo". L'intervento della censura ne impedisce però la messa in scena e il testo viene sostituito dall'Amleto ( la già citata frase "essere o non essere" della tragedia di William Shakespeare).

La primattrice, la bella Maria, non disdegna la corte di un affascinante tenente e approfitta del monologo shakespeariano per organizzare i propri incontri galanti. Intanto la minaccia della guerra si concretizza. Nulla sarà più come prima.

La trama è di facile "lettura" ma dev'essere considerata nell'ambito di "commedia" in un contesto di guerra come quello della Polonia occupata degli anni '40. La mano è quella sapiente del regista tedesco: un mix perfetto di commedia sofisticata, farsa, dramma della gelosia, film di propaganda, storia d'amore, di guerra e di spie. Il cinema all'ennesima potenza. (C.Crispino)



Per informazioni:

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