La Federico II in Antartide

La Federico II in Antartide

Quattro studiose napoletane, Olga Mangoni, docente della Facoltà di Biologia della Federico II, Mariella Saggiomo, sempre della "Federico II", Francesca Margiotta e Raffaella Casotti, ricercatrici della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, sono da poco rientrate da una importante missione in Antartide.

Il gruppo di ricerca, che ha lavorato nella base italiana nella Baia Terranova, ha raccolto campioni di batteri e di microalghe presenti sotto la superficie del ghiaccio polare per studiare gli effetti provocati negli ultimi anni dai cambiamenti climatici. Il ghiaccio che ricopre questo continente infatti, conservando al proprio interno grandi quantità di elementi chimici, indispensabili per la fotosintesi clorofilliana, e di plancton, primo anello della catena alimentare di pesci, uccelli foche e balena, è una sorta di memoria ambientale che registra ogni minima variazione avvenuta nel corso del tempo nell'ecosistema.

L'Antartide è da questo punto di vista un osservatorio privilegiato poiché rappresenta, per la sua particolare collocazione geografica, un efficace indicatore dello stato di salute del pianeta. Per tale ragione dai prelievi effettuati - le cosiddette "carote", termine usato degli addetti ai lavori per indicare un cilindro di ghiaccio lungo fino a un metro e mezzo da cui si estraggono i campioni da analizzare - si otterranno una serie di dati che potranno essere utilizzati per studi non soltanto in ambito biologico, ma anche climatologico, sanitario, cosmetico e industriale.

Il successo di questa missione, che ha richiesto ai suoi partecipanti un complesso addestramento di circa due settimane tra le rive del lago di Brasiamone e il Monte Bianco, testimonia ancora una volta le grandi potenzialità esistenti nella Federico II; potenzialità che spesso si perdono per strada a causa delle ristrettezze economiche a cui l'ateneo è costretto, così come molti altri attori che operano nel mondo della ricerca italiana, a causa degli scarsi finanziamenti.

Nei prossimi mesi i risultati scientifici di questa brillante spedizione saranno pubblicati su alcune riviste specializzate sia nazionali che internazionali. (R. C.)



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