'Cosa resta da scoprire?' L'astrofisico Bignami a 'Come alla Corte'
Non è fantascienza. È un viaggio sulla freccia del tempo verso le scoperte dei prossimi cinquant'anni. Ad accompagnarci c'è il leggendario personaggio delle Cosmicomiche di Italo Calvino, il palindromico signor Qfwfq, che le sa tutte ma non suggerisce niente, pungola l'immaginazione e la castiga ridendo. Ci aiuterà a scoprire le innovazioni che avranno cambiato le nostre vite (o quelle dei nostri discendenti) nel 2062, quando cavalcando la cometa di Halley il nostro onnisciente extraterrestre tornerà a farci visita.
Quello che ci resta da capire e da esplorare è il 96% dell'Universo. C'è ancora molta strada da fare, ma passo passo approfondiremo sempre più lo studio della nostra Terra, per sfruttare, per esempio, l'immensa energia termica che sta sotto i nostri piedi.
Risolveremo un altro enigma della scienza di oggi, simile al Big Bang: l'origine della vita, anche creandola ex nihilo. Impareremo a costruire un contatto diretto fra il nostro cervello (che è fatto come un cono gelato con tre sapori) e il resto del mondo: se Cicerone e Mozart fossero vissuti domani, avrebbero apprezzato l'invenzione di una chiavetta usb impiantata dietro l'orecchio per la trascrizione immediata di orazioni e musica.
Attraverso la genetica conquisteremo i talenti delle lucertole, che riproducono le code perdute, o delle mosche Matusalemme, che vivono quattro volte più delle loro sorelle. Poco prima del passaggio di Halley 2062 sarà nato il bambino che la vedrà tre volte: vivrà più di 150 anni. Ma il futuro si fa soprattutto con i ferri del mestiere giusti, a cominciare dalla matematica.
Risolvere il problema dei numeri primi manderebbe in tilt i bancomat, svuotando i nostri conti correnti in una notte. La soluzione delle equazioni dei fluidi ci insegnerà a trasportare un iceberg dalla Groenlandia alla Sicilia fornendo acqua dolce a basso costo. Studiando i sistemi complessi, poi, influenzeremo il clima, stabilizzeremo l'economia e forse salveremo il nostro pianeta. Insomma, quando il signor Qfwfq tornerà sulla terra la prossima volta molti di noi non ci saranno più; ma, se saremo fortunati, avremo già inventato una forma tecnologica di immortalità, riversando il nostro cervello in un chip di silicio. E se saremo bravi e avremo percorso un po' di strada, ci resterà ancora da scoprire forse solo il 95 o il 94% dell'Universo.
Professore di Astrofisica
Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia
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