La pasta: non tutti i formati sono uguali...

La pasta: non tutti i formati sono uguali...

La pasta è da sempre uno dei simboli della Dieta Mediterranea ed il suo precoce utilizzo nella dieta dei bambini al disotto dei tre anni rientra, specie in Italia, nelle abitudini alimentari.

Uno studio condotto nel Laboratorio Alimenti Benessere e Sicurezza, sotto la guida del professor Alberto Ritieni, dell'Ateneo Federico II ha evidenziato una "zona grigia" sulla presenza, in particolari formati di pasta secca per lo più indirizzati ai bambini, della Vomitossina, una nota e pericolosa micotossina che può avere gravi effetti sulla salute dei consumatori.
Gli attuali regolamenti nazionali ed Europei limitano i livelli ammessi di Vomitossina nel grano duro destinato al consumo umano. In particolare, l'Unione Europea con il Regolamento CE 1881/2006, ha fissato in 750 microgrammi per chilo il limite di questa micotossina negli alimenti a base di grano duro destinati ad una popolazione adulta, dove per adulto si intende un'età superiore ai tre anni.

L'Unione Europea prevede, altresì, per i minori di tre anni un limite per la stessa micotossina di soli 200 microgrammi per chilo negli alimenti classificati come "baby food", a causa del loro minore peso corporeo e del loro metabolismo considerato ancora immaturo.

Le analisi condotte presso il LABS hanno evidenziato in alcuni campioni di pasta secca con un formato idoneo a consumatori molto giovani dei valori di Vomitossina compresi tra 200 e 750 microgrammi per chilo.
Questi campioni sono da considerarsi idonei e sicuri per un consumo quotidiano da parte degli adulti, ma il loro uso nella dieta dei minori di tre anni non è idoneo.
Questi dati hanno indotto, recentemente, alcune delle maggiori aziende produttrici di pasta ad introdurre sull'etichetta dei loro prodotti l'avvertenza "per consumatori di età superiore a tre anni".
La maggiore trasparenza in etichetta adottata dalle aziende produttrici di pasta ne favorirà un consumo idoneo e nel contempo induce ulteriormente le stesse aziende ad elevare sia i livelli di sicurezza delle materie prime utilizzate che la qualità complessiva del prodotto finito.

Alberto Ritieni
Professore di Chimica degli Alimenti
Università degli Studi di Napoli Federico II



Per informazioni:
Dipartimento di Scienza degli Alimenti - Università di Napoli Federico II

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