Meno difficile trovare lavoro se il candidato è 'sportivo'! DA FINIRE

Secondo uno studio pubblicato sul numero di giugno della rivista Labour Economics, i curriculum con esperienze in attività sportive hanno più probabilità di attirare positivamente i selezionatori, non provoca invece alcun impatto chi scrive di impiegare il proprio tempo libero in attività culturali.

La società moderna, sempre più afflitta dall'obesità, sempre più ingabbiata in attività sedentarie, agognia a una forma che, seppure chiede pochi gesti per essere conseguita, sembri non sia mai in grado di raggiungere o mantenere. Anche se i benefici sono innumerevoli. Persino quello di trovare un impiego con un po' meno difficoltà di quanto purtroppo non sia. A dirlo è uno studio pubblicato sul numero di giugno della rivista Labour Economics. La pratica di un'attività sportiva, dimostra lo studio, oltre a portare un diffuso benessere sociale, trova riscontri anche nelle valutazioni di chi nelle imprese deve leggere tutti i curriculum e scegliere chi invitare a un colloquio di lavoro.

Il cv e il messaggio nella bottiglia. La ricerca è stata incentrata sull'analisi delle reazioni dei responsabili della selezione davanti alle migliaia di curriculum che arrivano in riposta a un'offerta di impiego. Uno dei punti critici di quel processo che dovrebbe portare alla scelta della persona più adatta, al di là di amicizie e conoscenze, ad occupare un posto che si è liberato. Di questi tempi, inviare un cv è come lanciare un messaggio nella bottiglia in un oceano. Quando lo si fa, si è spinti da disperazione e speranza. E anche se nella gran parte dei casi si è convinti che non si riceverà risposta, si confida sempre che prima o poi qualcuno troverà il tempo e la pazienza per prestarvi attenzione. Nell'esperimento dello studio svedese i curriculum non erano reali, ma fittizi. Lo stesso metodo che si usa in tutte le ricerche sulle discriminazioni all'accesso al mercato del lavoro. Così i profili sono stati costruiti, in modo da renderli reali agli occhi dei selezionatori, a partire da modelli concreti e reali di persone vere e in cerca di un impiego. Un programma informatico ha poi agito e ricomposto diciassette variabili come la formazione, i lavori estivi, gli studi all'estero, gli elementi geografici e di etnia e i periodi di disoccupazione.

Dagli informatici agli infermieri. Le offerte di lavoro erano concrete e reali. Tutte pubblicate dalle aziende svedesi sul sito dell'agenzia nazionale di impiego (www.arbetsformedlingen.se). Una delle tante differenze dell'Italia con la Svezia. Lì infatti dove tutte le offerte di lavoro vacanti devono essere pubblicate sul sito dell'agenzia nazionale. Da noi è una sorta di miracolo anche solo riuscire a venire a sapere che una società ha cominciato una selezione di personale. Numerosi i settori, le tipologie di posti e le aree coinvolte. Impieghi con un elevato contatto con i clienti e impieghi con ridotte relazioni con l'esterno. Posizioni nell'informatica, nell'edilizia, nella finanza, contabilità, commessi, nurse, camerieri, autisti e insegnanti.

L'importanza di essere sportivi. Nella messa a punto dei curriculum, al momento di inserire gli sport praticati, gli autori della ricerca hanno deciso di differenziare e utilizzare sia sport individuali sia sport di squadra. Tra quelli individuali c'era il tennis, il golf, la corsa e il nuoto. Tra quelli di squadra, il calcio e il basket. Questa varietà permetteva, nelle intenzioni dei ricercatori, di comprendere anche come alcune caratteristiche proprie dei diversi sport, incidevano in maniera diversa. Ci sono quelli più adatti a mantenersi soprattutto in forma, nuoto o corsa, e quelli con più relazi
oni con gli altri, come lo sono quelli di squadra.

Tra agonismo e relax. Obiettivo era anche capire se c'era un differente ritorno, se lo sport lo si era praticato a livello agonistico o meno. Così, in alcuni casi, il candidato, in una sezione ad hoc del cv specificava di "passare molto tempo in attività fisiche quando non lavoro. In questo momento gioco in una divisione inferiore rispetto a quella dove giocavo un tempo, ma mi richiede sempre allenamento e partite diverse volte la settimana". In qualche modo ci si attendeva che i selezionatori, se valutavano la motivazione e la competitività, sarebbero stati attratti da quei candidati che indicavano di avere fatto agonismo. Gli altri candidati, quelli che invece non praticavano sport, specificavano di trascorre il proprio tempo libro in attività culturali o in altre attività come hobby e incontri con gli amici.

L'intima superiorità del golf e del calcio. Alla fine dell'esperimento gli autori esaminando gli effetti dei cv spediti hanno calcolato che chi ha indicato di avere praticato il golf ha mostrato il quattro per cento di probabilità in più di venire chiamato. Chi ha praticato il gioco del calcio, il 3 per cento in più. In media, chi aveva praticato sport individuali aveva il 2,3 per cento in più di venire chiamato. Un effetto che è paragonabile a due anni di esperienza lavorativa in più. Al contrario invece, non sembra esserci evidenza del fatto che i selezionatori preferiscano candidati che praticano lo sport a livello agonistico. Il nuoto invece, con qualche sorpresa, è lo sport che sembra avere il minore impatto. Così come anche la corsa non sembra avere alcun impatto significativo.

Ma cosa hanno di particolare il calcio e il golf? Secondo l'autore della ricerca ciò che più di altra cosa caratterizza i due sport è la grandissima popolarità all'interno della società svedese. Tanto da spingerlo a chiedersi se i risultati siano stati determinati da specifiche caratteristiche dei selezionatori, più che dall'intima natura degli sport stessi. Arrivando anche a sospettare che la valutazione fatta possa essere stata fatta preferendo quei cv che in qualche modo ricalcavano il proprio stile di vita, più che utilizzando lo sport praticato dal candidato come rivelatore di suoi potenziali tratti positivi. Un selezionatore che pratica il golf, si chiede l'autore, finisce per preferire un candidato che pratica il golf?

L'indifferenza per la cultura. Quale che sia il ragionamento sottostante alle scelte dei selezionatori, desta qualche preoccupazione invece le performance di quelle candidature che nel proprio cv affermavano di svolgere attività culturali nel proprio tempo libero. Per loro, nessun vantaggio. Se è vero allora che il selezionatore viene attratto anche da chi in qualche modo gli assomiglia, o non sente estraneo, probabilmente, chi nel proprio tempo libero si dedica ad attività culturali appare agli occhi dei selezionatori come un qualcosa di estraneo e inspiegabile per il corpo e i meccanismi aziendali. Quale che sia la convinzione dei selezionatori, risulta difficile pensare che le imprese, come organismi sociali oltre che economici, abbiano da guadagnare dall'espulsione, o dall'indifferenza, nei confronti di saperi e modi di pensare diversi dai propri.


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