'Good Morning, Vietnam' di Barry Levinson

'Good Morning, Vietnam' di Barry Levinson

Il conflitto del Vietnam visto dal punto di vista di uno speaker radiofonico eccentrico e irrivirente, che metteva alla berlina con la satira, tutti gli avvenimenti politici che contraddistinguevano il conflitto più cruento combatutto tra gli anni '60 e '70.

1987, il regista americano Barry Levinson che successivamente, nel 1989, ottenne il premio Oscar al miglior regista per "Rain Man - L'uomo della pioggia", confeziona un film bellico, che di "bellico" ha solo quello che si vede dietro le quinte e non la rudezza dell'agire sul campo.

Si tratta di "Good Morning Vietnam" che verrà proiettato giovedì 19 maggio alle ore 15, presso la Facoltà di Giurisprudenza della Federico II, aula 28 in via Porta di Massa nell'ambito del cineforum tematico "Cinema & Novecento. Vita, Storia, Diritto". Il cineforum è riservato ai soli studenti iscritti e a titolo del tutto gratuito.

1965, Saigon (vecchio nome dell'odierna città di Ho Chi Minh): il disc-jockey Adrian Cronauer, aviere di leva aggregato alle truppe americane di stanza in Vietnam, viene incaricato di occuparsi della radio delle Forze Armate Locali.

Il suo programma radiofonico, che fa da titolo al film, "Good Morning Vietnam" ottiene molto successo tra le truppe americane. Il suo anticonformismo però gli procurerà problemi con i diretti superiori. Difeso in prima persona dal generale dell'esercito, alla lunga il dj sarà accusato di collusioni con i Vietcong e costretto a tornare in patria.

Fin dalla prima trasmissione Cronauer, che apre con il classico "Goooood Morning, Vietnam!", sconvolge i programmi e le regole della stazione: abolisce i comunicati ufficiali e la musica tradizionale, mandando in onda solo musica rock intervallata da una battuta sarcastica e uno scherzo irriverente. Gli altri disc-jockey, gli addetti alla gestione della radio e molti altri soldati vengono trascinati dall'entusiasmo e dalla bravura di Cronauer.

Film sul Vietnam diverso dai soliti ispirato ad un personaggio vero. Da rimarcare nella pellicola il contrasto evidente tra la drammaticità della situazione e la buffoneria dei personaggi che vi agiscono. Il regista Barry Levinson focalizza la sua narrazione sull'immagine e le parole dove la perfomance di Robin Willimas nei panni di Adrian Cronauer emoziona e ammalia con la sua impressionante retorica verbale.

Il Vietnam e una voce; mentre l'aereo riporta Cronauer in America, alla radio riecheggia l'emblematico "Gooood-bye, Vietnam!" con un augurio a tutti i ragazzi impegnati in Vietnam di tornare un giorno a casa.

(C.Crispino)



Per informazioni:
Facoltà di Giurisprudenza - aula 28 - via Porta di Massa, 32 - Napoli

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