Shangri-La: 'Joe Bass l'implacabile' di Sydney Pollack in Ateneo

La possiamo definire una personale "caccia al tesoro" quella intrapresa dal protagonista Joe Bass a cui vengono sottratte dagli indiani tutte le pelli che intendeva vendere e, in cambio, gli viene lasciato uno schiavo di colore, Joseph Lee.
In estrema sintesi, questa è la sinossi del piccolo western atipico in bilico fra genere e commedia che viene confezionato da Sydney Pollack in "Joe Bass l'implacabile" del 1968.
Il film sarà proiettato mercoledì 23marzo alle ore 20e30, presso il Centro Congressi della Federico II, in via Parthenope, 36 nell'ambito del cineforum tematico "Shangri-La. Un cineforum per l'Ateneo".
Si definisce western atipico il terzo film del cineasta Sydney Pollack che l'anno successivo all'uscita di "Joe Bass l'implacabile", realizzerà uno dei capolavori indiscussi di Hollywood, "Non si uccidono così anche i cavalli?". La pellicola in programma al Centro Congressi Partenope, sicuramente può essere ascritta al genere western ma non alla propagandistica e roboante decantazione dell'Ovest leggendario e alla conseguente apologia del cow-boy. Niente di tutto questo nei centoventi minuti che caratterizzano "Joe Bass, l'implacabile".
Infatti la pellicola non solo è un racconto avvincente e dal ritmo incalzante, ma costituisce soprattutto una novità nell'evolversi di uno dei generi hollywoodiani per eccellenza. Il film è un prodotto degli anni Sessanta, la delicata era kennedyana ma anche della violenza razziale, della guerra in Vietnam e della contestazione giovanile sessantottina a livello planetario.
Lo scossone ideologico e in primis politico si riflette sulla produzione cinematografica, il regista Pollack decide di affrontare temi contemporanei attraverso il western sotto forma di metafora, coniugando la parodia alla farsa.
Da rilevare il cast particolarmente carismatico e costituito da nomi che hanno elevato il livello dell'arte cinematografica: dall'indimenticabile Burt Lancaster, a Shelley Winters, dal sempre efficace Telly Savalas all'ispirato Ossie Davis.
Il messaggio del film è chiaro, con malizia il regista porta lo spettatore ad intravedere un'analisi dei rapporti tra nemici etnici in vista del necessario riconoscimento dell'altro, del "diverso". (C. Crispino)
Per informazioni:
Centro Congressi Federico II - via Partenope, 36 - Napoli
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