Rosaria De Cicco legge de Giovanni. Dialogo tra lo scrittore e Cirillo

Si terrà oggi 15 febbraio, alle 16 e 30 nell'Aula Pessina della Facoltà di Giurisprudenza della federico II in Corso Umberto I, il primo appuntamento di un ciclo di seminari 'Tra diritto e letteratura. Dialoghi tra uno scrittore che ha inventato un personaggio che ha a che fare col diritto e chi quel mestiere lo pratica sul serio', organizzato dalle cattedre di Diritto pubblico comparato diretta dal professore Salvatore Prisco e di Storia della giustizia diretta dal professore Aldo Mazzacane.
Argomento del primo incontro è 'Le stagioni del commissario Ricciardi', personaggio inventato dal romanziere napoletano Maurizio de Giovanni che ne discuterà con Francesco Cirillo, vicecapo della Polizia di Stato. L'introduzione è affidata a Lucio De Giovanni, preside della Facoltà; Rosaria De Cicco e l'Autore leggeranno passi tratti dai romanzi dedicati al commissario 'sui generis' Ricciardi.
L'idea è quella espressa nel sottotitolo. Si spera di spronare così gli studenti e i docenti a scoprire - o a riscoprire - i molti e spesso insospettati e complessi intrecci dialettici tra il lavoro e le tecniche del giurista e la fatica del romanziere, in nome dell'umanità che ci unisce tutti. Perché "Chi conosce solo il diritto non conosce nemmeno il diritto" e "Un uomo che legge ne vale due": il primo aforisma è di Francesco Amirante, già presidente della Corte Costituzionale, in una conferenza per gli studenti, come insegnamento ricevuto da un anziano magistrato quando, da giovane, aveva da poco assunto la propria funzione; il secondo è di Valentino Bompiani.
Nella stessa sede - il 7 aprile, Diego De Silva, dialogherà con l'Avvocato Gennaro Malinconico (il gioco è mettere vicini due "malinconici", perché il personaggio degli ultimi romanzi del primo si chiama Vincenzo Malinconico e fa l'avvocato), letture di Pino L'Abbate e il 6 maggio, alle ore 11, Eva Cantarella, autrice tra l'altro di Sopporta, cuore (Laterza), di cui appunto ci parlerà: Ulisse, tornato ad Itaca, punisce in modo diverso i suoi servi che avevano collaborato coi Proci e cioè senza remissione quelli che avevano cooperato toto corde e con sanzioni più blande quelli che vi erano stati costretti, nel che l'autrice vede il rifiuto della logica arcaica della vendetta indiscriminata e l'inizio della riflessione e della prassi moderne sulla pena. In autunno avremo infine una tavola rotonda teorica sull'incontro tra diritto e letteratura e i molti problemi che esso genera. L'ambizione di lungo periodo è quella di creare un osservatorio/laboratorio permanente.
Per informazioni:
Aula Pessina - Facoltà di Giurisprudenza via Porta di Massa, 32, Napoli
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