'I Giganti della Montagna' al Teatro Bellini

"I Giganti della Montagna" è senza alcun dubbio l'opera più esplicitamente simbolica di un maestro della letteratura e del teatro come Luigi Pirandello, premio Nobel nel 1934. Da martedì 15 febbraio fino a domenica 20 al Teatro Bellini di Napoli, il Teatro Stabile di Sardegna , il Teatro de Gl'Incamminati e Teatro Carcano in collaborazione con il Teatro Comunale di Imola presentano una nuova versione di "I Giganti della Montagna" con alla regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi.
L'opera di Pirandello è un dramma incompiuto, a causa della morte del drammaturgo, avvenuta nel 1936. Fu redatta intorno al 1933, anche se a quanto pare il pezzo era stato concepito, in forma embrionale, negli anni venti. La pièce narra la vicenda di un gruppo di disadattati che trovano rifugio in una villa chiamata "La Scalogna" e incontrano una compagnia di attori in procinto di mettere in piedi la rappresentazione di un pezzo teatrale: "La favola del figlio cambiato" dello stesso Pirandello.
Nel'opera "I Giganti della Montagna", benché profondamente intrisa di simbologia e di una struttura narrativa arcaica, si può celare e conservare un sottotesto "politico", visto che il 1933 (anno di stesura dell'opera) è anche l'anno dell'avvento del nazismo.
Le coordinate spazio-temporali dell'azione teatrale risultano essere indeterminate: al limite fra la favola e la realtà. Misteriosi elementi fantastici si intrecciano a caratteri di fiaba; elementi della vita si trasfigurano nel ritmo teatrale delle visioni, fino a spingere i protagonisti-attori a chiedersi dove sia la "reale" verità.
Pirandello delinea una visione profetica della situazione nella quale il teatro si trova marginalizzato da forme più tecnicamente sofisticate di spettacolo ma non per questo indebolito nella sua potenza comunicativa. I "Giganti" sono metafora del potere nella sua nuda crudezza: hanno gli strumenti per controllare e manipolare le coscienze.
Ilse, la protagonista dell'opera, chiamata la "Contessa" si oppone a quest'uso distorto dell'arte dello spettacolo restando inevitabilmente sconfitta nella sua idealistica intransigenza. Si rifiuta di cercare una forma di contatto col pubblico che non sia la purezza dell'espressione dei sentimenti.
Ilse impersonifica il Teatro. Vivrà tra la gente, si offrirà, inerme e vulnerabile, anche a un pubblico che forse non carpirà il suo messaggio e che - come accade alla fine dell'opera - in un furore di violenza e ignoranza, la annienterà.
Con "I Giganti della Montagna" Pirandello innalza un canto d'amore ardente di passione per il teatro. Un teatro che il letterato già vedeva minacciato nella sua natura più intima e più legata alla tradizione italiana: mirabolanti effetti scenici ottenuti con poveri mezzi da un lato, e dall'altro un teatro il cui humus narrativo fosse la verità umana dei suoi "personaggi". (C. Crispino)
Per informazioni:
Teatro Bellini - via Conte di Ruvo, 14 - tel. 081.549.12.66
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