'Il Portiere di Notte' di Liliana Cavani

Uno dei film più famosi degli anni '70 e tutt'ora fonte di critiche discordanti. Stiamo parlando della controversa pellicola del 1974 di Liliana Cavani, "Il Portiere di Notte" con protagonisti Dirk Bogarde e Charlotte Rampling. Il film sarà proiettato giovedì 20 gennaio alle ore 15, presso la Facoltà di Giurisprudenza della Federico II, aula 28 in via Porta di Massa nell'ambito del cineforum tematico "Cinema & Novecento. Vita, Storia, Diritto". Il cineforum è riservato ai soli studenti iscritti e a titolo del tutto gratuito.
1957: tredici anni dopo la Seconda guerra mondiale, si incontrano una sopravvissuta al campo di concentramento, moglie di un direttore d'orchestra, ed il suo aguzzino, che sotto falsa identità lavora come portiere di notte in un albergo di Vienna. La donna, giovanissima, era diventata l'oggetto sessuale dell'aguzzino all'interno del lager nazista. Dirk Bogarde interpreta il ruolo di Maximilian Theo Aldorfer, l'ex-ufficiale nazista delle SS, e Charlotte Rampling interpreta Lucia Atherton, la sopravvissuta al campo. Il loro rincontrarsi li fa precipitare in una relazione sadomasochistica, con la variante che la ex-vittima è a conoscenza del passato del suo aguzzino e può fuggire oppure denunciarlo.
Sesta pellicola di Liliana Cavani e grande scandalo per la scelta di una coppia come quella di un nazista ed un'ebrea per raccontare il rapporto morboso e folle che s'istaura tra vittima e carnefice.
La regista decise di prediligere questo soggetto dopo l'esperienza di una serie di documentari da lei girati nei quali aveva affrontato la difficoltà delle vittime della guerra di staccarsi dall'immagine dei lager. In questa relazione tra Max e Lucia, che la Cavani registra essenzialmente come un'attrazione sessuale non mancano i riferimenti a quello che è stato il più importante processo della storia, quello di Norimberga appunto, dove vittime e carnefici si trovarono a confronto sul tavolo della giustizia. Molto ambiguo il personaggio di Max, nazista redento, tratteggiato di orgoglio e miserabile tracotanza.
Nel lungometraggio non mancano i riferimenti all'omosessualità e agli eventuali effetti del cameratismo nonché la scelta del personaggio femminile ma molto duro di Charlotte Rampling, che a 28 anni, ottenne il successo planetario. La Cavani sulla scia di Luchino Visconti e il suo "La caduta degli Dei" del 1969, tenta di far combaciare il tema del melodramma con le ambiguità della storia nonché di esplicitare senza tabù l'incomodo soggetto della trasgressione sessuale.
La pellicola utilizza per caratterizzarsi, anche il paesaggio decadente e dimesso di una ombrosa Vienna, evocando memorie dell'Olocausto. Le musiche sono di ispirazione austriaca, visto che sono tratte o suggeriscono il "Flauto magico" di Mozart. Pellicola torbida, piena di ombre e di vergogna, dove Max e Lucia sono vittime di questo spaventoso mondo di transizione, non ancora redento, intrappolati nella ripetizione compulsiva del loro cruento passato. (C. Crispino)
Per informazioni:
Facoltà di Giurisprudenza - aula 28 - via Porta di Massa, 32 - Napoli
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