Il mistero dei buchi neri: ostacolano la nascita delle stelle

Il mistero dei buchi neri: ostacolano la nascita delle stelle

In astrofisica, il buco nero è un oggetto celeste che esercita un'attrazione gravitazionale così intensa da impedire alla materia e anche alla luce di allontanarsi da esso: in questo senso, non emette luce ed è quindi denominato nero. Fino ad oggi sono state raccolte molteplici osservazioni astrofisiche che possono essere interpretate come indicazioni dell'effettiva esistenza di buchi neri nell'universo. Il termine "buco nero" è dovuto al fisico statunitense John Archibald Wheeler (in precedenza si parlava di "dark star "o "black star").

Uno studio dei ricercatori dell'Università di Bologna, pubblicato sulla rivista scientifica della Royal Astronomical Society britannica e basato su calcoli matematici affidati a Cineca, centro di supercalcolo degli scienziati italiani, spiega il ruolo dei buchi neri nel mancato ringiovanimento delle galassie e nella mancata nascita di nuove stelle.

Finora si riteneva che il gas all'interno degli ammassi di galassie si raffreddasse progressivamente, addensandosi e favorendo la formazione di nuove stelle. Invece i dati forniti negli ultimi dieci anni da satelliti americani ed europei hanno dimostrato che la nascita di nuove stelle è un evento raro e che l'età media delle galassie è più avanzata di quanto si pensasse. Il motivo è dato dal fatto che da tempo s'ipotizzava che la scarsa fertilità degli ammassi potesse dipendere dai buchi neri. Nessuno, però, era stato capace di dimostrare come questo fosse possibile. I ricercatori bolognesi, sono riusciti invece a formulare un modello matematico plausibile e hanno chiesto un riscontro ai computer di Cineca. I numeri sembrano avergli dato ragione: i buchi neri possono concretamente inibire la formazione di nuove stelle fino al margine estremo dell'ammasso.

La maniera in cui i buchi neri agiscono è spiegata dal fatto che oltre a risucchiare grandissime quantità di materia, i buchi neri proiettano, ad intervalli regolari, getti di gas rovente ad altissima velocità mantenendono la temperatura dell'ammasso galattico sufficientemente alta da impedirne l'addensarsi in nuove stelle.

La ricerca tenderà a verificare se il modello matematico applicato dagli studiosi dell'Università di Bologna possa spiegare anche quello che accade in ammassi galattici più piccoli e perfino nelle galassie, e possa così essere generalizzato all'intero universo.  (C.Crispino)



Per informazioni:

www.britannica.com


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