Il Grande Terremoto dell'Irpinia: trenta anni dopo

Ventitré novembre 1980 - ventitré novembre 2010. E' passato un trentennio dal devastante terremoto che mise in ginocchio il Sud Italia nel 1980. Il sisma che colpì duramente la Campania centrale e la Basilicata, caratterizzato da una magnitudo di 6,9 della scala Richter, verrà ricordato in un convegno dal titolo, per l'appunto: "Il Grande Terremoto dell'Irpinia: trenta anni dopo".
L'incontro, in programma dal 22 al 26 novembre, avrà luogo nei quattro capoluoghi di provincia della Campania: Napoli, Benevento, Avellino e Salerno. L'evento è promosso della Regione Campania - Assessorato alle Opere e Lavori pubblici, Assessorato all'Università e alla Ricerca e dalla Protezione Civile Nazionale oltre che dalle Università degli Studi di Napoli "Federico II", Università degli studi del Sannio, Università degli Studi di Salerno e da Amra - Analisi e monitoraggio del rischio ambientale.
Aprirà la manifestazione, lunedì 22 novembre alle ore 9.30 nell'Aula Magna della Facoltà di Ingegneria della Federico II a piazzale Tecchio, 80, il convegno sulle "Tecnologie innovative per la diminuzione del rischio sismico", a cura di Gaetano Manfredi e Paolo Gasparini.
Darà avvio ai lavori il rettore dell'Università Federico II, Massimo Marrelli e all'Assessore all'Università e alla Ricerca della Regione Campania, Guido Trombetti.
Tra gli altri incontri delle giornate successive, ricordiamo quella di giovedì 25 novembre, sempre alle ore 9.30, presso l'Aula Magna del Centro Congressi "Federico II", via Partenope, 36, dove l'Associazione italiana di storia orale (AISO) e l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici promuoveranno la tavola rotonda dal titolo: "La memoria delle catastrofi" a cura di Gabriella Gribaudi.
Numerosi e qualificati gli interventi alle giornate di studio per fare il punto sulla situazione attuale con un confronto con i terremoti del Friuli, dell'Irpinia, dell'Abruzzo, della Turchia, degli Stati Uniti. L'attenzione per il monitoraggio e la prevenzione dei terremoti dovrà essere la base per il futuro affinché non si ripeti un nuova catastrofe come quella irpina che causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti. (C. Crispino)
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