Cinema e Medicina: 'La custode di mia sorella'

Cinema e Medicina: 'La custode di mia sorella'

"Sono frutto dell'ingegneria genetica nata per salvare la vita di mia sorella". Anna Fitzgerald è una bambina undicenne ed è stata concepita in provetta per "riparare" la patologia progressiva della sorella. maggiore. Questo è essenzialmente il plot della pellicola "La custode di mia sorella" di Nick Cassavetes, che sarà proiettato il 10 novembre presso l'Aula Magna G.Salvatore" della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Federico II, in via Pansini, 5 nell'ambito del ciclo di incontri del cineforum "Cinema in Medicina" promosso dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'ateneo fridericiano. Libertà del singolo di fronte alle nuove frontiere della scienza, ecco la tematica, quanto mai attuale, del film drammatico interpretato da Cameron Diaz, Abigail Breslin, Alec Baldwin, Jason Patric e Sofia Vassilieva.

Kate Fitzgerald è un'adolescente innamorata della vita e colpita a pochi anni da una forma aggressiva di leucemia. La sua famiglia, partecipe e protettiva, combatte da sempre la sua battaglia. Oltre alla sorella minore Anna, concepita essenzialmente per poter salvare la vita alla sorella maggiore, i protagonisti sono Sara, la madre, che ha abbandonato lavoro e carriera per garantire cure e sostegno a Kate; Brian, il padre, che cerca come può di contenere il dolore della figlia e Jesse, il figlio maggiore, ragazzo introverso e riservato.

Oltre ad assistere al calvario della sorella, Anna Fitzgerald, interpreta dalla ragazzina prodigio candidata all'Oscar per "Little Miss Sunshine" Abigail Breslin, si è sottoposta ad ogni tipo di analisi, trasfusioni e iniezioni, il tutto per salvare Kate. Quando la sorella necessita di un rene, Anna si rifiuta, stanca di essere usata. Sfinita inoltre dal disinteresse della madre, sempre troppo concentrata su Kate, Anna si rivolge ad un avvocato e fa causa alla sua famiglia per avere l'emancipazione medica e il pieno controllo del proprio corpo.

La pellicola del figlio d'arte Nick Cassavetes, già regista di lungometraggi come "John Q" e "Alpha dog" è un adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Jodi Picoult, delicato racconto, al limite tra etica e scienza, intriso di dolore e melodramma.

Nel film lacrime e risate si mescolano in scene di vita quotidiana, il regista Cassavetes non lesina sull'utilizzo della retorica e sui sentimenti dei personaggi scortando lo spettatore verso un finale doloroso e sereno al tempo stesso dove la morte non è vista come una fatale "cesura" alla vita ma un qualcosa che nel bene o nel male lascia un segno profondo nell'esistenza umana. (C.Crispino)



Per informazioni:

www.medicina.unina.it

Allegati:


Redazione

c/o COINOR: redazionenews@unina.it |redazionesocial@unina.it

F2 Magazine – Università degli Studi di Napoli Federico II testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli. Aut. n. 41 del 5/11/2019