Anoressia: prevenzione e diagnosi precoce

Anoressia: prevenzione e diagnosi precoce

In occasione della "XX Giornata di Nutrizione Clinica 2010" promosse dall'Ospedale di Niguarda di Milano, Maria Gabriella Gentile direttore del centro milanese, uno dei più importanti d'Italia, lancia un appello ai medici di base e alle famiglie, affinché portino maggiore attenzione ai disturbi del comportamento alimentare degli adolescenti.

Analizzando i dati relativi a più di 500 pazienti ricoverati per gravi disturbi del comportamento alimentare, come anoressia o bulimia una giovane paziente su quattro arriva a cure efficaci in condizione di gravissimo rischio di vita a oltre tre anni dall'inizio della malattia.
'L'anoressia e la bulimia - tiene a precisare la professoressa - diventano con il tempo una vera e propria malattia quando essa è disturbo psichico primitivo. In questo caso è meglio parlare di anoressia nervosa. Queste malattie colpiscono oggi il 10% delle adolescenti tra i 12 e i 25 anni. Tra i 15 e i 16 anni è soprattutto anoressia, un po' più tardi, verso i 20-22 anni siamo di fronte a bulimia'. 'Per trattare disturbi dell' alimentazione - continua - è necessario utilizzare terapie mediche e psicologiche integrate. E la guarigione è tanto più rapida quanto diagnosi e cure sono precoci'.

Stando ai dati, in Italia l'anoressia è diventata la prima causa di morte per malattia tra le giovanissime. Un rifiuto del cibo che corrisponde sempre ad un rifiuto della propria persona. Un disagio che può iniziare a manifestarsi anche dai 7 / 8 anni, inizialmente assolutamente sottovalutato dai genitori.

'Il problema di difficile risoluzione è la poca prevenzione e la scarsa consapevolezza della gravità della malattia, che secondo i dati di letteratura, porta a morte nel 5% dei casi. Le giovani colpite da anoressia o da bulimia, non cercano la cura. Anzi, spesso la negano e la fuggono. Dovrebbero essere i genitori a impensierirsi dell'inconsueto comportamento alimentare delle figlie - conclude Gentile - ma troppo spesso nemmeno i medici di famiglia se ne accorgono'. (C.C)


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