L'uomo degli escrementi fossili

Ad aprile di quest'anno, la rivista "Popular Science" ha classificato la ricerca svolta da Jim Mead, della East Tennesse State University (USA), tra le più maleodoranti al mondo.
Ma perché questa strana classifica? Il motivo è semplice. Mead fa il paleontologo e, oltre ad interessarsi dei fossili di anfibi, mammiferi e rettili, è specializzato nel riconoscimento di escrementi fossili, scientificamente noti come coproliti, appartenenti ad animali estinti e provenienti da tutto il mondo.
Mead è orgoglioso della sua raccolta di ben 900 pezzi unici e ben conservati, dal letame di bisonte di 23 mila anni fa allo sterco di mammut di 143 mila anni fa, ed ironizza sulla sua fama di "caccologo" ben sapendo quanto per la scienza sia preziosa l'analisi del preistorico letame dal quale è possibile estrarre il DNA.
L'analisi può dare utili informazioni anche sulla dieta di animali estinti: per esempio, dall'esame del fossile di sterco di mammut, Mead ha calcolato che il gigantesco proboscidato mangiava circa 270 kg di vegetali al giorno.
Lo studio degli escrementi fossili degli animali vegetariani fornisce anche informazioni sul clima dell'epoca e questo è stato ottenuto identificando negli escrementi il tipo di vegetali disponibili all'epoca e che gli animali avevano mangiato e poi digerito. E' noto, infatti, che la copertura vegetale di un territorio è strettamente legata alle condizioni climatiche ed in particolare alla temperatura e umidità relativa dell'aria.
Docente di Climatologia Dipartimento di Scienze della Terra
Responsabile Osservatorio Meteorologcio Università degli Studi di Napoli Federico II
da Il Napoli del 10.07.2010
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