Capitale umano e crescita economica

Capitale umano e crescita economica

La capacità di elaborare informazioni e utilizzarle nella soluzione di problemi o per apprendere, le competenze linguistiche, la capacità di operare con particolari tecnologie, la conoscenza scientifica sono tutti fattori cruciali per la crescita della produttività, sia a livello individuale sia collettivo. Per questo motivo nelle economie sviluppate la capacità intellettuale è di gran lunga più importante di quella fisica nella determinazione del reddito di una persona.

L'investimento in capitale umano protegge anche dal rischio di perdere il posto di lavoro, perché ci rende più produttivi più a lungo e adattabili a mansioni diverse; favorisce la mobilità sociale, perché consente ai più meritevoli di raggiungere posizioni più elevate nella scala sociale; migliora anche la salute, perché individui più istruiti sono più attenti a prevenire le malattie e dispongono di maggiori risorse per affrontarle. Poiché il reddito di un individuo e di una collettività dipendono in parte dal capitale umano, gli investimenti che migliorano le competenze di una persona, cioè l'istruzione e la formazione professionale, sono le forme più importanti di investimento in capitale umano. Proprio come il capitale fisico, il capitale umano ha un suo rendimento, perché fornisce al lavoratore che lo detiene una retribuzione maggiore. Gli economisti calcolano questo rendimento a partire dalle retribuzioni. Il fatto che chi ha un alto livello di istruzione percepisce retribuzioni maggiori è considerato una prova di come il mercato valuta il suo capitale umano. Si calcola che nei paesi sviluppati acquisire un anno in più di istruzione aumenta le retribuzioni di quasi il 10 percento. Il rendimento è maggiore nei paesi in via di sviluppo, e tende ad abbassarsi per i gradi di istruzione più elevati. Naturalmente l'istruzione non spiega tutto. Ad esempio, il reddito dei figli dipende fortemente dal reddito dei genitori, anche a parità di livello di istruzione, oltre che da altri fattori.

Nel confronto internazionale sappiamo che vi è una forte relazione tra reddito pro capite e livello di istruzione. Paesi con un grado di istruzione medio pari a 12 anni hanno un reddito pro capite 8 volte superiore a quelli con grado di istruzione pari a 6 anni. La straordinaria crescita del Giappone nel dopoguerra e, più recentemente, il miracolo economico di altri paesi asiatici sono in gran parte una storia di manodopera istruita e ben addestrata sui posti di lavoro. Ma questa osservazione, di per sé, non ci dice quanta parte della differenza nei livelli di reddito sia effettivamente causata da differenze nei livelli di istruzione. Infatti, è anche vero che i paesi più ricchi possono permettersi di investire di più in istruzione. Inoltre, la ricerca recente ha messo in luce il fatto che conta non solo il livello di istruzione formale (gli anni trascorsi a scuola), ma anche le competenze acquisite, che solo in parte dipendono dagli anni di studio. Molte indagini internazionali mettono in evidenza che le competenze acquisite variano enormemente tra paesi, anche a parità di età e istruzione, e che le competenze dipendono anche dalla qualità delle strutture scolastiche, dal background familiare, dalla formazione e retribuzione degli insegnanti, dal tempo trascorso a scuola e così via.

Tullio Jappelli
Professore di Macroeconomia
Università degli Studi di Napoli Federico II



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