Tra nuvole, cannoni, laser e acquazzoni

Il controllo delle condizioni atmosferiche è stato sempre il sogno dell'uomo: basti pensare alla Cina che è intervenuta sul tempo in occasione dei Giochi Olimpici o ha causato "per sbaglio" una nevicata dopo l'ultimo periodo di siccità.
Un team di ricercatori europei coordinati dal fisico tedesco Rohwetter della Libera Università di Berlino ha pubblicato sulla rivista scientifica Nature Photonics di maggio 2010 un lavoro in cui dimostra che raggi laser che colpiscono le nuvole dal basso sono in grado di stimolare la formazione della pioggia molto più efficacemente che cospargendo ioduro d'argento sulle nuvole con aerei.
L'esperimento è stato condotto prima in laboratorio. In una stanza con un'umidità vicina al livello di saturazione è stato utilizzato un laser di grande potenza, una sorta di cannone energetico in grado di colpire ed eccitare le molecole di gas presenti nell'aria: si sono così creati nuclei di condensazione sui quali si sono subito addensate piccole gocce di acqua, visibili anche ad occhio nudo.
Il tentativo è stato poi ripetuto direttamente nel cielo sopra Berlino, in una giornata nuvolosa. Anche in questo caso sono state ben visibili tracce di condensazione lungo tutto il percorso del raggio laser, ma le goccioline di pioggia così ottenute sono state troppo piccole per scatenare un vero e proprio acquazzone.
L'unico problema da risolvere riguarda la possibilità di far agire il laser non solo su un singolo punto ma su chilometri di nuvole.
Docente di Climatologia Dipartimento di Scienze della Terra
Responsabile Osservatorio Meteorologcio Università degli Studi di Napoli Federico II
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