Mozziconi: al primo posto nella top-ten dei rifiuti tossici

Mozziconi: al primo posto nella top-ten dei rifiuti tossici

Nicotina, benzene, gas tossici come ammoniaca e acido cianidrico, composti radioattivi come polonio -210 e acetato di cellulosa, la plastica con cui è fatto il filtro: sono gli elementi inquinanti che rimangono nella parte di sigaretta non fumata. I mozziconi che imbrattano marciapiedi e spiagge, dunque, sono da considerare un rifiuto pericoloso per l'ambiente che come tale dovrebbe essere trattato. Invece le cicche di sigarette vengono disperse nell'ambiente senza alcuna educazione né precauzione.

A metterne in evidenza il potenziale nocivo, uno studio dell'Enea e dell'Ausl di Bologna. In effetti, il carico inquinante di ogni singola cicca è basso (dell'ordine di milligrammi): il fattore che amplifica il problema è proprio l'elevato numero. La valutazione si basa sui fumatori (13 milioni) e sul numero medio di sigarette fumate da ogni fumatore (15 sigarette al giorno), che portano a 72 miliardi di cicche/anno, oltre che sui sui quantitativi di alcuni agenti chimici presenti. Una recente ricerca delle Nazioni Unite ha messo in evidenza che i mozziconi sono addirittura al primo posto nella top-ten dei rifiuti che soffocano il Mediterraneo, senza considerare che le sigarette non spente, buttate o abbandonate in ambiente esterno o in casa, possono provocare incendi in casa o nei boschi.

Lo studio sottolinea ancora che - non esistendo normative nazionali che ne limitino la dispersione in ambiente, ma solo singole iniziative da parte di alcuni comuni - la maggior parte delle cicche imbrattano i marciapiedi e il suolo o finiscono nelle fogne e nelle acque superficiali, contaminandole. Da qui la necessità di classificarle come un rifiuto tossico e trattarle come tale.

"I comuni, gli amministratori locali, i datori di lavoro", riferiscono i ricercatori, "dovrebbero non solo emanare norme di comportamento, ma anche installare, in analogia a quanto previsto per altre tipologie di rifiuti, appositi raccoglitori".

"Il problema va affrontato da vari punti di vista, coinvolgendo diversi attori e notevoli risorse finanziarie", concludono i ricercatori. "La sua risoluzione comunque è legata intimamente al modo di agire dei fumatori. Infatti, solo con una riduzione del loro numero e con un comportamento consapevole di questi soggetti è possibile ridurne l'impatto ambientale".


Redazione

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