Malattie trasmissibili dagli animali e di origine alimentare

Dopo un anno minacciato dall'influenza suina, dall'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) arriva un dato rassicurante almeno per altre zoonosi, le malattie parassitarie o infettive comuni a esseri umani e animali. Insieme al Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie (Ecdc), l'Efsa ha infatti pubblicato il nuovo rapporto sulle zoonosi di origine alimentare. I dati, relativi al 2008, mostrano che le tre infezioni più frequenti sono in calo rispetto al 2007. Le informazioni raccolte riguardano i 27 stati membri dell'Unione europea più altri quattro esterni, in maniera da fornire un quadro su animali e alimenti all'origine delle zoonosi.
Tra i 15 tipi di zoonosi presenti nel rapporto, la malattia più frequente è la campilobatteriosi, con più di 190 mila casi confermati nel 2008, circa 10 mila in meno rispetto all'anno precedente. L'agente di questa malattia, il Campylobacter, può causare diarrea e febbre, ed è stato trovato soprattutto nella carne cruda di pollame, mentre negli animali vivi è stato riscontrato nel pollame, nei suini e nel bestiame.
Al secondo posto segue la Salmonella, con circa 130 mila casi e un tasso di diminuzione del 13,5 per cento. La Salmonella rimane però la causa più frequente (35 per cento) di infezioni di origine alimentare, ed è stata rinvenuta principalmente nella carne cruda di pollo, tacchino e maiale. Questa malattia è al centro di un programma europeo, partito nel 2008, per la riduzione della prevalenza di Salmonella negli allevamenti di galline. Già venti paesi membri hanno raggiunto gli obbiettivi del programma e, secondo il rapporto, questo fatto potrebbe spiegare il calo dell'incidenza di Salmonella.
Con circa 1.400 casi confermati, desta preoccupazione anche la listeriosi, malattia causata dal batterio Listeria. Sebbene sia più rara delle precedenti, la listeriosi ha un alto tasso di mortalità, soprattutto negli individui più vulnerabili come gli anziani. La presenza del batterio è stata osservata oltre i limiti di sicurezza in diversi alimenti, tra cui cibi pronti come pesce affumicato, carne con trattamento termico e formaggi.
Rispetto a quella di molte altre nazioni europee, comunque, la situazione italiana appare buona, in quanto la frequenza percentuale di queste tre zoonosi è relativamente bassa. Nel rapporto si leggono anche i dati relativi ad altri agenti patogeni, la cui frequenza è minore, come Escherichia coli, causa di diverse infezioni intestinali, e Coxiella burnetii, batterio responsabile della febbre Q e di altre gravi malattie. Nel complesso le fonti principali di infezioni alimentari rimangono uova e prodotti derivati (23 per cento dei casi), seguiti da carne suina e derivati (10 per cento) e pasti a buffet (9 per cento). Per difendersi da queste malattie è utile seguire alcune norme igieniche e cuocere bene i cibi, come consiglia l'Organizzazione Mondiale della sanità con i "Cinque punti chiave per gli alimenti più sicuri".
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