I bisfenoli contenuti nei cibi influenzano il nostro sistema ormonale

I bisfenoli contenuti nei cibi influenzano il nostro sistema ormonale

In Italia, come negli Stati Uniti ed in diverse nazioni europee, l'attenzione degli studiosi è alta in materia di sicurezza alimentare. Da qualche tempo particolare preoccupazione sta destando la presenza negli alimenti di sostanze note come Distruttori Endocrini (Endocrine Disrupting Chemicals, EDC) le quali hanno la capacità di interferire con la normale attività del sistema endocrino e riproduttivo. A questo gruppo di sostanze appartengono i bisfenoli il cui capostipite, il Bisfenolo A (BPA), è sospettato interferire con il nostro sistema ormonale agendo come un estrogeno e provocando un aumento del rischio di tumori al seno e alla prostata, un'accelerazione della pubertà, alterazioni dell'apparato riproduttivo, quali ad esempio malformazioni, infertilità, aumentato rischio di seminomi e di endometriosi.

I bisfenoli sono impiegati industrialmente, come monomeri base, nelle reazioni di sintesi del policarbonato, una plastica
usata soprattutto per i biberon e per i boccioni per l'acqua dei distributori di acqua fredda, e sono, anche, alla base della produzione delle resine epossidiche, utilizzate come rivestimento protettivo delle latte per alimenti; inoltre i bisfenoli sono utilizzati come additivi in alcune plastiche come il PVC.
La presenza dei bisfenoli negli alimenti è correlata alla cessione dei monomeri da parte dei contenitori o del materiale plastico con cui l'alimento viene in contatto durante i processi di trasformazione; inoltre, poiché i bisfenoli trovano vasta applicazione nella produzione di materiali anche per usi non alimentari, come attrezzature sportive, dispositivi medici ed odontoiatrici, o, addirittura, come anticrittogamico, essi devono essere considerati contaminanti ambientali della catena alimentare.

Il gruppo interdisciplinare di ricercatori della Federico II, costituito dalla Professoressa Stefania Albrizio, la Professoressa Lucia Grumetto, il Professore Francesco Barbato, (Dipartimento di Chimica Farmaceutica e Tossicologica) e il Professore Alberto Ritieni (Dipartimento di Scienza degli Alimenti) da qualche tempo si sta interessando del monitoraggio dei livelli di bisfenoli in diverse matrici (alimentari e biologiche) e, in particolare, ha effettuato controlli su alcuni alimenti di vasto consumo tra i quali i pomodori pelati in scatola ed il latte di alcune delle principali marche presenti sul mercato italiano. Lo scopo di tale ricerca è quello di ottenere informazioni più ampie sul problema dell'assunzione di tali contaminanti da parte dell'organismo umano.

Il problema è di grande attualità e nel contempo molto controverso per cui numerosi Stati Europei ed il Canada ripetutamente pongono all'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) la richiesta di esprimere un'opinione sulla sicurezza d'impiego dei bisfenoli. Attualmente l'EFSA ha stabilito, per il BPA, un limite di 50 microgrammi al giorno per chilo di peso corporeo, ma non è escluso che alla luce di nuovi risultati scientifici tale limite possa essere rivisto a protezione dei consumatori.


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