Guai in vista? Molto meglio 'girare al largo'

Quando vogliamo evitare un problema o tenerci lontano da un pericolo prevedibile siamo soliti dire "giriamo al largo". L'espressione deriva dalla pratica marinaresca perché in caso di tempesta restare al largo significa per i marinai tenersi lontano dalla terraferma, uno dei principali pericoli della navigazione.
L'avvicinamento a terra rappresenta, infatti, un momento particolarmente delicato e una manovra certamente molto rischiosa con mare grosso e vento forte. Molti relitti documentano naufragi connessi alla navigazione sottocosta e all'approdo e tutti i manuali di navigazione riportano precise indicazioni e suggerimenti per prevenire i rischi di incaglio o di arenamento.
Particolarmente pericolosi sono i litorali costituiti da scogli battuti dal mare, privi di insenature e di approdi naturali presso cui ridossarsi e davanti ai quali possono trovarsi insidiosi bassifondi e scogli semiaffioranti. Quando si doppia un capo o un promontorio è buona regola tenersi ad una distanza di sicurezza poiché questi si prolungano spesso con dei bassifondi che avanzano oltre la costa.
Altrettanto pericolosi sono i litorali sabbiosi dove è sempre presente il rischio di arenarsi sulle secche e sui bassifondi che possono emergere anche a notevole distanza dalla riva. L'arenamento sui banchi di sabbia, infatti, è stata causa di disastrosi naufragi: immobilizzate e battute dalla violenza del mare, le navi che non riescono più a guadagnare il largo si sfasciano nell'arco di poco tempo.
Docente di Climatologia Dipartimento di Scienze della Terra
Responsabile Osservatorio Meteorologcio Università degli Studi di Napoli Federico II
da Il Napoli del 30.01.2009
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