Telmo Pievani a 'Come alla Corte' per parlarci di evoluzionismo

Telmo Pievani a 'Come alla Corte' per parlarci di evoluzionismo

La teoria dell'evoluzione evolve, benché i fraintendimenti circa la sua salute scientifica non siano mancati nemmeno in occasione delle celebrazioni del bicentenario darwiniano del 2009, peraltro molto apprezzate dal pubblico nel nostro paese. Sono state avanzate interpretazioni secondo cui attualmente esisterebbero più "teorie dell'evoluzione" in contrasto l'una all'altra. Altri sostengono tesi secondo cui la teoria sarebbe entrata in crisi e non verrebbe sostituita da una nuova soltanto per un attaccamento dogmatico dei biologi all'"ortodossia" darwiniana.

Queste letture del dibattito evoluzionistico in corso sembrano ignorare le regole attraverso le quali la scienza aggiorna le proprie spiegazioni e rivede i propri risultati, com'è normale che sia. La teoria è rappresentata oggi da un programma di ricerca articolato, composto da un "nucleo" centrale darwiniano e da una "cintura" di problemi aperti e di assunzioni ausiliarie in via di affinamento. Il dato emblematico, posto in evidenza già dall'opera dei fondatori della genetica delle popolazioni, è che la selezione naturale è il meccanismo indispensabile per comprendere le trasformazioni delle specie, anche se forse non l'unico. Darwin, pur non sapendo che cosa fosse un gene, aveva capito che all'interno delle popolazioni vi è una continua produzione di diversità ereditaria e non direzionata, sottoposta poi al filtro ambientale della selezione: è il nocciolo esplicativo ancora al centro del programma di ricerca evoluzionistico.

Oggi altri "motori" importanti di cambiamento si aggiungono a quel nucleo, restando coerenti con esso, come la deriva genetica, la migrazione, l'endosimbiosi e i fenomeni macroevolutivi su larga scala come le estinzioni di massa. Rispetto alle forme precedenti di darwinismo – fortemente centrate sui principi del gradualismo e del funzionalismo – si sta configurando oggi un programma di ricerca più flessibile. Stiamo scoprendo che forse l'evoluzione ha ritmi diversificati, che non si ereditano solo geni, che la selezione agisce a più livelli, facendo i conti con i vincoli interni (fisici e di sviluppo) degli organismi. Alcuni biologi propongono di chiamarla "teoria evoluzionistica estesa" ed è interessante scoprire, sul piano storico, che Darwin stesso aveva anticipato in alcuni suoi scritti queste aperture.

Gli avanzamenti della genomica evoluzionistica, della biologia evolutiva dello sviluppo e dell'epigenetica possono essere efficacemente inquadrati in questa cornice. Ne risulta che è infondato parlare di "teorie dell'evoluzione" o di un superamento dell'impianto esplicativo darwiniano. Si prefigura piuttosto quella visione del processo evoluzionistico che il paleontologo Stephen J. Gould aveva definito "pluralismo darwiniano". Quando una teoria si trasforma e ingloba nuovi dati in una cornice coerente, precedentemente corroborata, è segno che continua a godere di ottima salute.

Telmo Pievani
Professore di Filosofia della scienza
Università degli Studi di Milano - Bicocca


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