'Voci dal profondo': le ceramiche di Enzo Babini in mostra

Un sodalizio originale e innovativo tra arte e scienza. Ceramiche modellate con i sedimenti dei fondali oceanici prelevati e studiati dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Sono le opere d'arte, uniche nel loro genere, nate dalla ricerca artistica di Enzo Babini e da quella scientifica dell'Istituto per le scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna. Il maestro ceramista ha plasmato al tornio le ‘terre marine' raccolte durante le missioni oceanografiche del più importante istituto di ricerca italiano.
Il risultato potrà essere ammirato nella mostra "Voci dal profondo. Dalla ricerca all'arte. Le argille degli oceani nelle ceramiche di Enzo Babini" inaugurata il 4 luglio a Cervia e in programma fino al 19 del mese. L'esposizione raccoglie settanta opere: pesci, globi, volti umani, forme astratte, frammisti a resti di conchiglie. Le argille utilizzate provengono dai fondali dell'Antartide, degli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico, del Mar Nero, del Mar Rosso e dell'Adriatico, solcati dalle navi – laboratorio del Cnr dal 1968 ad oggi.
I sedimenti marini che costituiscono l'essenza delle opere di Babini, permettono di risolvere molti degli interrogativi relativi all'ambiente, in quanto costituiscono degli archivi naturali in cui sono stati registrati i cambiamenti geologici, climatici, fisici e biologici che la Terra ha subito dalla sua origine ai giorni nostri. La cottura di queste particolari argille, tra i 960° e i 1250 ° ha reso evidente come la plasticità, la gamma cromatica e la flessibilità delle terre ‘marine' sono difformi da quelle che caratterizzano le argille continentali.
Ogni sito indagato dal Cnr ha una storia geologica e sedimentologica specifica ed è contraddistinto dalla presenza di minerali diversi che definiscono plasticità, fusibilità e cromatismi particolari. La mostra sarà curata dal Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo di Ravenna e dall'Ismar di Bologna, è sarà accompagnata da un catalogo realizzato da EDIT Faenza. (C. Crispino)
Per informazioni:
www.ismar.cnr.it
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