Nubifragio a Napoli: fenomeno destinato a ripetersi

Il passaggio dalla primavera all'estate non avviene mai in maniera pacifica ma attraverso manifestazioni meteorologiche violente. Il 21 giugno scorso ciò è stato confermato.
In appena 20 minuti, dalle 4.20 alle 4.40 del mattino, un'intensa cella temporalesca, con una temperatura misurata dal satellite pari a -60°C, ha investito violentemente il Vomero e Napoli centro con 74 mm e 46 mm di pioggia, rispettivamente, con raffiche di vento proveniente da Nord di oltre 80 km/h e con chicchi di grandine di diametro maggiore di un centimetro.
Il temporale è stato caratterizzato da una velocità di caduta di pioggia e grandine tra le più elevate mai registrate dall'Osservatorio Meteorologico della Federico II, funzionante dal 1872. Tutto questo ha determinato grave danno alla città con allagamenti e sprofondamenti di strade, chiusura della metropolitana, ribaltamento di auto e numerose chiamate ai vigili del fuoco.
Dopo il lungo periodo di caldo-umido che ha interessato l'intera penisola, è del tutto normale che le masse d'aria più fredde e più pesanti provenienti dal Nord Atlantico sprofondino e costringano al sollevamento quelle più calde ed umide preesistenti: condizioni ideali per la formazione di nubi temporalesche.
E' essenziale che i diversi Servizi Regionali della Protezione Civile operino, in questo periodo, in maniera coordinata sull'intero territorio nazionale con l'ausilio di radar meteorologici in grado di seguire l'evoluzione minuto per minuto della nube temporalesca.
Docente di Climatologia Dipartimento di Scienze della Terra
da 'Il Napoli' del 22.06.09
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