Gli uccelli migratori, il sole e le pandemie influenzali

Le epidemie influenzali capitano quasi ogni anno ed interessano aree ristrette con picchi stagionali in inverno e poche vittime; le pandemie influenzali, invece, avvengono molto raramente ma interessano l'intero pianeta e provocano milioni di morti.
Tutte le pandemie influenzali sono state sempre causate da virus aviari trasportati da uccelli migratori che con le loro feci sono in grado di infettare polli, anatre, tacchini e poi suini e i loro allevatori.
In un recente lavoro pubblicato su Medical Hypotheses, il dottor Yeung dell'Università cinese di Hong Kong ha mostrato che le sette pandemie influenzali dal 1700 ad oggi (1729-1733,1781-1782,1830-1833,1889-1892,1918-1920, 1957-1958 e 1968-1969) sono avvenute quando il sole è particolarmente attivo.
L'attività solare è espressa attraverso il numero delle macchie solari, aree più scure e più fredde che si alternano sulla superficie del sole con cicli di 11, 22 e 60 anni.
Dallo studio suddetto si evince che, quando il numero delle macchie solari supera 50, gli uccelli migratori ritardano i loro spostamenti rimanendo più a contatto con gli animali domestici e con gli uomini. Questi risultati sembrerebbero dare ragione agli antichi latini che erano convinti che l'influenza fosse una calamità causata proprio dall'influenza degli astri (obscuri coeli influentia).
Gli astronomi prevedono che tra il 2008 e il 2013 il numero delle macchie solari supererà 50 e questo potrebbe aumentare il rischio di una pandemia influenzale.
Adriano Mazzarella
Responsabile Osservatorio Meteorologico Università Federico II
da 'Il Napoli' del 12.04.08
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