Epatite C: dal Ceinge nuove scoperte

È targata Ceinge l'ultima importante scoperta medica che dà nuove speranze ai malati di epatite C.
Un gruppo di genetisti del Centro di Biotecnologie avanzate dell'Ateneo guidati dal professore Achille Iolascon, ordinario di Genetica Medica alla Facoltà di Medicina di Ateneo, e di epatologi, coordinati dal professore Marcello Persico, associato di Medicina Interna alla Seconda Università di Napoli, hanno presentato al Centro presieduto dal professore Franco Salvatore i risultati della ricerca che individua il gene SOCS3 come responsabile della mancata guarigione dei pazienti affetti da epatite C.
Sembra, infatti, proprio la presenza di questo gene dal difficile nome a determinare la guarigione per alcuni pazienti e la cronicizzazione dell'epatite C per altri.
Uno studio lungo quattro anni che è partito dalle attuali cure per i malati affetti da epatite C, trattati, oggi, con una terapia antivirale costituita dall'interferone. Da questa cura un terzo dei pazienti non ha alcun vantaggio.
Questo il dato di partenza della ricerca che ha provato come, a determinare la riuscita della cura sia un fattore genetico da attribuire appunto al gene SOCS3.
Nessun vaccino contro l'epatite C è in fase di messa a punto. Piuttosto gli scienziati si muovono per scoprire come abbassare il livello di questo gene per garantire una migliore risposta al farmaco. (a.m.)
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