Archeologi e scienziati della Terra: insieme sulle tracce del passato

Archeologi e scienziati della Terra: insieme sulle tracce del passato

Due giorni di discussione sulle recenti scoperte geoarchelogiche con uno sguardo particolare alla Campania.
Questo il tema centrale del congresso scientifico internazionale che si terrà martedì 4 e mercoledì 5 settembre nella sede del Palazzo S. Agostino di Salerno dal titolo I rapporti tra comunità umane ed ambiente dal Mesolitico al Medio Evo: recenti scoperte geoarcheologiche in Italia meridionale (People/environment relationships from the Mesolithic to the Middle Ages: recent geo-archaeological findings in Southern Italy).

Organizzato da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Ateneo, coordinati dal professore Aldo Cinque, in collaborazione con le tre Soprintendenze Archeologiche della Campania, il convegno gode del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Presidente della Provincia di Salerno, del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, del Centro Regionale di Competenza "Innova" e di numerose istituzioni scientifiche nazionali.

Ottanta studiosi italiani e stranieri saranno impegnati nella discussione di numerose relazioni alle quali seguiranno due giornate di osservazioni e discussioni sul campo, con visite a Paestum, Velia, Vico Equense, Ercolano e Pozzuoli.

"Come è tipico della geo-archeologia – commenta il professore Cinque - le ricerche che saranno presentate al Convegno scaturiscono da strette collaborazioni tra esperti di discipline archeologiche ed esperti di scienze della Terra, accomunati dall'intento di ricostruire, per specifici luoghi e specifici momenti del passato, le dinamiche ambientali con le quali i nostri antenati dovevano convivere; i paesaggi e le risorse ambientali che condizionavano le loro scelte insediative e produttive; gli impatti ambientali che ebbero le attività umane e le catastrofi naturali o i mutamenti climatici che furono, eventualmente, alla base di fasi di crisi o di abbandono. Il Sud Italia e la Campania in particolare ben si prestano a ricerche di questo tipo, in quanto regioni ricche di tracce archeologiche che spaziano dalla preistoria fino ai secoli più recenti e che si collocano in una non comune varietà di contesti geo-ambientali".

Numerose, dunque, le possibilità, come sottolineano gli organizzatori, di indagare gli antichi rapporti uomo-ambiente in un territorio come quello campano rappresentativo del vasto contesto mediterraneo, dei vantaggi geografici ed ecologici ma anche delle problematicità legate alla instabilità dei versanti montuosi, ai terremoti, ai moti bradisismici, alle eruzioni vulcaniche.

E alla luce della ricchezza territoriale della Campania, il convegno lancerà una proposta.

"Una vera e propria palestra geo-archeologica quella campana – agguiunge il professore – Coi suoi atenei e centri di ricerca dalle solide tradizioni storico-archeologiche e geologico-naturalistiche, la Campania ha tutte le carte in regola per divenire sede di una scuola internazionale avanzata di geo-archeologia". (a.m.)

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