Le bugie hanno le gambe corte e da oggi 'non camminano a ritroso'

Lo psicologo britannico Albert Vrij, docente all'Università di Portsmouth e uno dei massimi esperti al mondo di "psicologia della testimonianza" sostiene che chi le spara grosse compie uno sforzo intellettuale notevole e che per evitare contraddizioni si aggrappa alla narrazione cronologica. Se questa viene ostacolata o impedita, il mentitore si contraddice.
Piccole o grandi che siano, le bugie richiedono quindi sempre uno "sforzo cognitivo", e chiedere a sorpresa un racconto dei fatti che non segua l'ordine prestabilito può produrre parecchio stress. Risultato: aumentano le incongruenze e i nodi vengono al pettine.
Per dimostrare la validità della sua teoria, Vrij ha chiesto a 290 poliziotti di esaminare gli interrogatori in video di 255 studenti, ad alcuni dei quali era stato chiesto di mentire su fatti più o meno importanti. Nella prima fase dell'indagine, condotta in assenza di audio, gli agenti si sono affidati solo alla valutazione del linguaggio del corpo (scarsa collaborazione, nervosismo).
Poi gli investigatori hanno rivisto gli interrogatori completi di audio e, successivamente, anche una ulteriore versione condotta con il metodo dell'intervista al contrario. Sentire la voce dei sospetti ha fatto sì che gli investigatori riconoscessero le bugie nel 42% dei casi (un buon terzo in più rispetto alla percentuale di colpevoli riconosciuti grazie alla sola osservazione comportamentale). Ma i risultati migliori sono arrivati grazie alla nuova tecnica di interrogatorio: i bugiardi sono stati smascherati nel 60% dei casi. (c.m.)
Redazione
c/o COINOR: redazionenews@unina.it |redazionesocial@unina.it
F2 Magazine – Università degli Studi di Napoli Federico II testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli. Aut. n. 41 del 5/11/2019