A dieci anni dalla scomparsa di Nino Salvatore

Mercoledì 20 giugno l'Ateneo si prepara a ricordare, in una giornata di commemorazione, l'indimenticato professore Gaetano Salvatore, da tutti ricordato come "Nino". Tantissimi i docenti e le autorità che interverranno a ricordarlo nella giornata promossa dal rettore Guido Trombetti e da molti dei suoi colleghi e amici: Giorgio Bernardi, Guido Rossi, Saverio Ambesi Impiombato, Luigi Frati, Federico Guarracino, Vincenzo Patalano, Giovanni Persico, Aldo Pinchera, Federico Rossi, Claudio Varrone, Giancarlo Vecchio, Bianca Maria Veneziani e Ortensio Zecchino. Ognuno a sottolineare uno dei numerosissimi campi di interesse dello scienziato.
Ma qual è la maggiore eredità che Nino Salvatore ci ha lasciato?
Lo chiediamo a Franco Salvatore, illustre docente dell'Ateneo e scienziato di fama internazionale come il fratello Gaetano, mentre è in procinto di partire per la Spagna, dove prenderà parte, come unico italiano, alla Giuria internazionale del prestigioso Premio re Jaime I che andrà al migliore studioso spagnolo nel campo della ricerca scientifica.
Il professore, che proprio quest'anno è stato insignito della prestigiosa medaglia per le Scienze Fisiche e Naturali, assegnata, da circa un secolo, dall'Accademia Nazionale delle Scienze ai migliori studiosi italiani, individua i tre principali meriti di Nino nel campo della ricerca, nel rapporto coi giovani e nell'internazionalizzazione.
"In campo medico Nino ha il grande merito di avere creato un insieme di gruppi di ricerca ancora oggi molto attivi nel campo della biochimica e della fisiopatologia tiroidea. Fondamentale, però, è stato anche il suo forte interesse per i giovani: Nino è stato tra i primi promotori del Progetto Erasmus, in cui fin dall'inizio ha fortemente creduto reputando importante lo scambio tra ragazzi. Medicina è stata infatti fra le prime Facoltà a mandare studenti in giro per il mondo e anche quella che ne ha visti partire di più. Un'altra sua importante eredità lasciataci - aggiunge il professore Franco Salvatore – è stata quella di credere e di essere tra i più strenui fautori del concetto di internazionalizzazione della ricerca. Nino era di casa negli Stati Uniti, in particolare al National Institutes of Health di Bethesda. Promosse sempre lo scambio tra ricercatori provenienti da Napoli e dall'Italia verso questo prestigioso Istituto di ricerca medica americano, ragazzi che ebbero l'opportunità, per periodi anche lunghi, di restare a formarsi negli Stati Uniti".
Uno scienziato poliedrico e avanguardista che tra i suoi diversi interessi coltivava anche quello per la musica.
"Nino era un cultore della musica barocca italiana e napoletana – ricorda il fratello – e creò il complesso musicale I musici dell'Acquario che coniugava insieme arte, musica e scienza così come nella tradizione della Stazione Zoologica, di cui Nino fu presidente".
Non è un caso infatti che la giornata in ricordo di Nino Salvatore, mercoledì 20 giugno presso il Complesso dei SS Marcellino e Festo, in Largo S. Marcellino, con inizio alle ore 16, si concluderà proprio con un concerto.
Si esibirà The Skalholt St
ring Quarter diretto dal maestro Jaap Schröder.
In allegato il programma completo della giornata. (a.m.)
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